Animi surriscaldati nella Sala Parlamentino della Regione Molise, ieri mattina, durante l’incontro convocato dalla consigliera delegata alle Politiche sociali Stefania Passarelli e dal governatore Francesco Roberti e i sindaci. All’ordine del giorno, la bozza di nuovo piano sociale che, fra le altre cose, prevede la riduzione degli Ambiti dagli attuali 7 a 3. In linea con l’indirizzo dettato dalle norme nazionali, ha ribadito durante la riunione e poi a margine Passarelli, che va nella direzione di uniformare numero degli Ats e territori ai distretti socio-sanitari (che da anni in Molise sono 3) e ai Centri per l’Impiego.
Critiche sono arrivate dagli amministratori locali. «Ci troviamo questa decisione calata dall’alto – così il primo cittadino di Riccia Pietro Testa – e a noi non sta bene. È un sistema che sta funzionando e non è dimostrato il risparmio che si conseguirebbe». Infervorato e contrario pure il sindaco di Castellino Enrico Fratangelo: «Ci propongono un nuovo piano sociale regionale facendoci vedere già il tetto. Il territorio, rappresentato dai sindaci, non è stato interessato e ascoltato».
Altre voci contro quelle dei primi cittadini di Larino (Puchetti), Venafro (Ricci) e Agnone (Saia). Le contestazioni si sono appuntate, ha riconosciuto dopo la riunione la consigliera Passarelli, sul metodo. «Gli amministratori lamentano cioè di non essere stati coinvolti ma gli step della consultazione saranno tutti compiuti naturalmente. Alla bozza di piano ho lavorato da consigliera delegata insieme ai coordinatori degli Ambiti ma seguiranno ora tutti gli altri passaggi con gli stakeholder, gli amministratori e poi il Consiglio regionale». Il percorso è stato fissato in una delibera di giunta su proposta dell’assessore Cefaratti (che all’epoca curava anche il Welfare poi affidato da Roberti a Passarelli).
L’obiettivo della Regione, ha comunque confermato la delegata, è quello di implementare e ottimizzare i servizi offerti dagli Ambiti e realizzare l’integrazione socio-sanitaria.