Se l’operazione andasse in porto, sarebbe un precedente degno del valore che gli ordinamenti giuridici di common law – quello americano in particolare – attribuiscono al concetto di “precedente giudiziario”: una svolta in grado di cambiare tutto.
I promotori dell’iniziativa che sarà presentata stamattina a Campobasso userebbero naturalmente il tempo futuro – se l’operazione andrà in porto – e non il condizionale. Un cittadino molisano, Andrea Montesanto, ha portato all’attenzione del Tar Molise la decisione del Consiglio regionale sulla quantificazione del disavanzo complessivo di Palazzo Vitale e il conseguente piano di rientro. Ne chiede l’annullamento perché la Regione non può accollarsi anche il debito prodotto dallo Stato, dai suoi emissari sul territorio, vale a dire i commissari della sanità.
La battaglia giudiziaria, da quanto è trapelato, trasferirebbe quindi davanti a un Tribunale e rimettendo al suo decisivo giudizio la campagna politica portata avanti nell’Assemblea legislativa da oltre un anno dal gruppo Costruire democrazia. Numerosi gli atti con cui il consigliere di Cd Massimo Romano ha cercato di ottenere che fosse Palazzo D’Aimmo a stralciare dalla cifra complessiva di deficit la “parte” relativa agli ospedali. La maggioranza di centrodestra ha scelto un’altra strada, da ultimo con una delibera di Consiglio che apre a un’eventuale richiesta di quanto in questi lunghi anni di commissariamento è stato attribuito in meno al Molise.
Il ricorso presentato nelle ultime ore al Tribunale amministrativo regionale percorre una via più netta, più dritta. Basandosi su pronunciamenti della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato propone l’annullamento del provvedimento dell’Assise regionale del Molise. Di conseguenza, lo scomputo della quota di disavanzo sanitario – e il piano di rientro dal debito vedrebbe accorciato il suo orizzonte temporale – che andrebbe posta in carico a Roma.
Illustri le firme in calce al ricorso. Lo hanno curato Pino Ruta, Margherita Zezza e l’ex ministro ed ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro. Loro tre stamattina illustreranno alla stampa i contenuti dell’azione legale. Rivelatore, a questo punto, si è dimostrato il post (la foto a corredo soprattutto) pubblicato da Montesanto su Fb il 10 marzo scorso. «C’è tanto da raccontare», scriveva su un selfie che lo ritrae con Ruta, Romano e Di Pietro.
r.i.

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