La base bipartisan c’è, ed è già diventata terreno di scontro politico. Potrebbe essere un buon viatico per il cammino del disegno di legge sul fine vita. Il Molise potrebbe diventare la seconda Regione in Italia a legiferare su un tema tanto divisivo quanto fondamentale e sul quale i cittadini hanno dimostrato spesso una maggiore sensibilità rispetto ai politici.
A sottoscrivere il testo presentato ieri mattina nella sala della biblioteca “Lello Lombardi” del Consiglio regionale, la consigliera del Pd Alessandra Salvatore (prima firmataria) insieme ai colleghi dem Micaela Fanelli e Vittorino Facciolla, gli esponenti 5s Angelo Primiani, Roberto Gravina, Andrea Greco, il rappresentante di Costruire democrazia Massimo Romano, i consiglieri di maggioranza Stefania Passarelli (il Molise che vogliamo), Amandino D’Egidio (eletto con FdI) e Massimo Sabusco, capogruppo della Lega.
Il ddl, in applicazione di quanto stabilito dalla Consulta con le sentenze 242/2019 e 135/2024, definisce ruoli, tempi e procedure per l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
I giudici della Corte costituzionale – così i promotori dell’iniziativa per riassumere lo stato dell’arte – hanno individuato una circoscritta area in cui l’incriminazione per aiuto al suicidio ex articolo 580 del codice penale non è conforme a Costituzione. Si tratta dei casi nei quali l’aiuto è fornito ad una persona pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, affetta da una patologia irreversibile e fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che la persona stessa ritiene intollerabili, e che sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, nell’interpretazione fornita dalla sentenza costituzionale 135 del 2024 (che estende anche all’assistenza di terze persone la portata del requisito). In questo solco si muove la proposta illustrata ieri e redatta sulla scorta del modello approvato in Toscana e predisposto dall’associazione Luca Coscioni. Collegata in videoconferenza l’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione, in presenza diversi rappresentanti di Cellula Molise.
I promotori hanno ribadito che un fine vita dignitoso per chi, consapevolmente, sceglie di mettere fine alle proprie sofferenze è un diritto già riconosciuto. La proposta, che tutti i presenti hanno auspicato possa essere approvata all’unanimità dell’intera Assemblea legislativa molisana, indica le competenze regionali, i tempi e anche ciò che spetterebbe ad Asrem senza impattare suo bilancio regionale e senza andare in contrasto col piano di rientro essendo l’iniziativa perfettamente coerente col raggiungimento dei Livelli essenziali di assistenza.
«Presentiamo una proposta di legge che abbiamo elaborato sulla scorta delle indicazioni che ci sono state date dall’associazione Luca Coscioni, che lavora da anni su questi temi e speriamo finalmente che anche il Molise possa adeguare la normativa su un tema che è delicatissimo e di grande civiltà giuridica. Che la Regione – ha sottolineato Salvatore – possa adeguare la normativa a quello che è il diritto vivente, direi il diritto vissuto sulle sofferenze e sulle battaglie di chi si è trovato a vivere
situazioni di insopportabilità, di sofferenze, a dovere, potere scegliere di interrompere quelle sofferenze e di poterlo fare in tempi mi verrebbe da dire “umani”».
È fondamentale la proposta di legge, ha aggiunto la segretaria regionale della Cellula Coscioni, perché «aiuta le persone che fanno richiesta del suicidio medicalmente assistito ad avere una tempistica cosa che invece purtroppo non è ancora possibile, un po’ perché il Parlamento latita e un po’ perché le Regioni si stanno muovendo in ordine sparso». L’auspicio, ha concluso il geriatra Mino Dentizzi, è che in Molise si possa recuperare il ritardo prima possibile.
ppm