Tutti alzano le barricate contro la decisione di Silvio Berlusconi di ritirare i ministri dal governo Letta. Mercoledì ci sarà il chiarimento in Aula sulla fiducia, come concordato dal premier e dal Capo dello Stato, Napolitano. Ma intanto fioccano le reazioni. Partiamo dal Pd. Laura Venittelli, deputata molisana, fa appello ai colleghi del Pdl e chiede a deputati e senatori di regalare al Paese “il pensionamento di Berlusconi e del berlusconismo”. Il vicepresidente della Regione, Michele Petraroia, aggiunge che se cade l’esecutivo la regione resterà ‘al buio’, vale a dire senza interlocutore per provvedimenti e azioni ritenuti indispensabili, a partire dagli Apq da sottoscrivere per la ricostruzione post sisma.
Ma è dal fronte interno che arrivano gli attacchi più significativi alla scelta di staccare la spina al governo delle larghe intese. Il ministro Quagliariello si è dissociato dalla decisione. Distinguo sono poi giunti, a catena, dai colleghi Lorenzin e Lupi. Il segretario nazionale (e vicepremier) Alfano ha affermato che la nuova Forza Italia non può finire i mano agli estremisti. Ulisse Di Giacomo, che dopo la decadenza di Berlusconi rientrerà in Senato, conferma una linea che aveva ufficializzato già qualche settimana fa. E che ora sembra diventata patromonio comune nel Pdl. “Siamo di fronte ad un partito schizofrenico, in cui quattro persone (peraltro le più esagitate) si riuniscono a pranzo e decidono di ritirare i ministri dal governo. Con la stessa leggerezza con cui si decide di inviare una cartolina o un sms”, dichiara a Primo Piano Molise. Resterà nel fronte dei moderati di centrodestra, assicura. E, una volta rientrato a Palazzo Madama, esprimerà la sua posizione contraria al voto anticipato. “Il Paese ha bisogno di un governo, che sia la continuazione di questo o un Letta bis”, rimarca.