Giorgio Napolitano sottopone “all’attenzione del Parlamento l’inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazione contestate all’Italia dalla Corte di Strasburgo”. Il Capo dello Stato si riferisce nel suo messaggio all’emergenza carceri, al sovraffollamento, e segnala la necessità di un provvedimento di amnistia o di indulto. “Strumenti necessari – spiega il Presidente – per risolvere la situazione nell’immediato”. “Ritengo – aggiunge – che ora di fronte a precisi obblighi di natura costituzionale e a un imperativo morale e giuridico per assicurare lo stato delle carceri sia giunto il momento di rivedere le perplessità sull’adozione di atti di clemenza generale”.E subito scoppia la bagarre. “Napolitano – scrive il deputato M5s Di Stefano su Fb – interviene a gamba tesa sulla vita del Parlamento. Chi avrà da salvare?”. Il sospetto va subito al senatore del Molise, Silvio Berlusconi. Quasi decaduto, dopo il via libera all’espulsione decretato dalla Giunta delle elezioni e delle immunità. Manca solo il pronunciamento dell’Aula. Lo stop però arriva dal Pd. E sempre dal Molise. Il deputato Danilo Leva, responsabile Giustizia dei democratici, esclude provvedimenti di clemenza per i reati “odiosi e di natura economica”. Silvio Berlusconi è stato condannato per frode fiscale. “Amnistia e indulto possono arrivare solo al culmine di un percorso che prevede misure strutturali che incidano definitivamente sul problema del sovraffollamento carcerario e concretizzino la funzione rieducativa della pena”, aggiunge Leva.