Paolo Calabresi entra nella sala d’hotel dove ha appena finito di parlare Massimo D’Alema. Lo saluta, forse. Il gesto si confonde nella calca. L’ex premier è un po’ incuriosito dalla sua presenza. Adesso che presiede una “fondazione che organizza convegni” può non preoccuparsi più degli assalti dei programmi che inchiodano la casta.
Le Iene, Calabresi e il suo cameraman, cercano lui, il governatore del Molise Paolo Frattura. Che sapeva della loro visita. Sono già stati a ‘pizzicare’ di nuovo l’assessore Vittorino Facciolla. Non si sottrae. Seduti al bar gli chiedono conto della ‘strigliata’ loro riservata in diretta da Giletti. Ha difeso il suo assessore, il ‘presidente-allenatore’, lamentando il massacro mediatico subito dal titolare delle Politiche agricole e dal suo portaborse Vincenzo da quando è andato in onda il servizio su Italia 1 sull’articolo 7 incassato dai consiglieri regionali del Molise anche nel mese di agosto (dopo l’approvazione sulla nuova indennità ‘omnicomprensiva’). Anche perché, ha ripetuto in Rai il presidente, c’è una seconda telefonata che le Iene non hanno trasmesso e in cui Vincenzo chiariva tutto. “Lei è sicuro di quello le dice il suo assessore?” chiede Calabresi. Una volta, due. Frattura dice che sì. Che se emergesse una realtà del tutto opposta a quel che gli è stato raccontato dovrebbe prenderne atto (che significa qualcosa in più in politica). Poi guardano insieme sull’iPad la seconda ‘telefonata’. Ascoltano una, due volte. Si capisce in maniera frammentaria che Facciolla prova a richiamare in viva voce, cade la linea. Nel ragionamento spunta il ‘gruppo’, che non è l’articolo 7. Calabresi si impunta: Facciolla ha tirato fuori che Vincenzo lavora (o lavorava) con il gruppo. Sospetta che con l’articolo 7 sia stato contrattualizzato ‘in corner’. “Poi è spuntato fuori il contratto, perché a noi non ce l’ha fatto vedere ‘sto contratto?”. Il governatore sulla poltrona del bar incassa. “Altrimenti non si chiamerebbero Iene” aveva detto a Giletti spiegando le modalità ‘cogli l’attimo’ delle loro interviste.
L’articolo 7, sempre l’articolo 7. Anche dopo la riforma è la croce della politica molisana. E di chi oggi ha la responsabilità di governo. Perché è stato erogato ad agosto? “Stiamo verificando se sia stato per un errore” dichiara a inizio ‘interrogatorio’ Frattura. E comunque in tanti lo stanno restituendo, conferma. Ma il caso (o il caos) è ormai esploso. Ad assistere all’intervista un capannello di militanti e dirigenti del Pd, oltre agli organi di stampa molisani. La notizia rimbalza da un telefono all’altro. Fortuna che D’Alema è un leader nazionale, vecchia maniera ma ancora riconosciuto. Altrimenti lo avrebbe oscurato.