Ulisse Di Giacomo aspetta in silenzio. Il cellulare squilla a vuoto. La bacheca Facebook dell’ex e quasi di nuovo senatore è ferma a qualche giorno fa. Manca poco al voto dell’Aula di Palazzo Madama che sancirà la ‘non convalida’ dell’elezione di Silvio Berlusconi in uno dei due seggi molisani del Senato a causa della condanna definitiva nel processo Mediaset. L’espulsione del Cav dal Parlamento italiano, dopo vent’anni in cui è stato deputato, senatore, premier e ministro ad interim, segna uno spartiacque: Forza Italia è uscita dalla maggioranza delle larghe intese, Alfano e gli altri moderati del Pdl (compreso Di Giacomo e il sottosegretario molisano Sabrina De Camillis) hanno fondato il Nuovo centrodestra.

Davanti a Palazzo Grazioli una folla di supporter di B. C’è anche una delegazione di forzisti molisani, fra cui l’ex governatore Michele Iorio. Dopo le 16.30 Berlusconi sale sul palco montato davanti alla sua residenza romana. “Un giorno di lutto per la democrazia” dice. “In questi venti anni non mi è mai mancato il vostro affetto” aggiunge rivolto alla folla. Intanto a Palazzo Madama la senatrice Annamaria Bernini, vestita a lutto, chiede ai colleghi di Pd e M5S di ripensarci. “Un giorno verranno a ‘prendere’ anche noi” afferma riferendosi alla magistratura.

Alle 17.04 comincia il voto sulla convalida dell’elezione dell’ex premier. Il primo, di Augello (FI), è respinto. Alle 17.29 l’Aula dice no anche alla proposta di D’Ascola. Forza Italia all’arrembaggio sul voto segreto. Poi rapidamente altri cinque o sei odg hanno la stessa sorte dei primi due: chiedevano di sospendere l’iter di decadenza in attesa delle decisioni della Corte di giustizia o della revisione. Altri documenti contestano l’applicabilità della Severino. 

Alle 17.43 il presidente Grasso dichiara chiusa la seduta. La relazione finale della giunta delle elezioni si dà per acquisito: Berlusconi non è più senatore

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