Lo fa su Facebook, sulla sua bacheca. E scatena il putiferio. Danilo Leva parla sul verdetto delle primarie di domenica scorsa in Molise, sul duello con i renziani e sull’incarico che ha appena perso di responsabile nazionale per la Giustizia del Pd. Il segretario regionale del partito, sostenitore di Gianni Cuperlo, torna ad attaccare duramente i sostenitori locali del sindaco di Firenze e non usa mezzi termini: “Idv, Patriciello, Comunisti italiani – scrive Leva sul suo profilo Facebook – hanno condizionato l’esito delle primarie nella nostra regione. Ritengo questo modello fortemente diseducativo. Non rappresenta un partito aperto, ma semplicemente un non partito, un’accozzaglia di persone legate da banali ambizioni di potere e non da una comunanza di valori. Sono un conservatore? No, semplicemente una persona seria”. “Il resto – aggiunge – sono tutte chiacchiere sciocche che lascio all’arroganza e tracotanza di chi le ha pronunciate”. Poi il parlamentare affronta la questione della mancata riconferma alla guida del Dipartimento Giustizia all’interno del partito. “Non avrei mai accettato un incarico in segreteria senza una scelta dell’intera mozione Cuperlo. Faccio politica e a differenza di tanti altri in Molise non vendo noccioline. Renzi ha vinto con il 68% e ha il dovere oltre che la responsabilità di guidare il Pd. Per noi entrare in un organismo esecutivo immediatamente non aveva alcun senso. Tant’è – prosegue – che invece accetteremo la presidenza del partito e collaboreremo alla costruzione del Pd difendendo il nostro punto di vista”.

Sempre su Facebook gli risponde Massimo Romano. Il leader di Costruire democrazia affonda: “Visto che questo gruppo che oggi Leva chiama «accozzaglia di persone legate da banali ambizioni di potere» governa la Regione Molise da febbraio proprio grazie al sostegno suo e del suo partito (ma come è noto all’epoca per Leva quella era una coalizione di buon governo…), non ritiene Leva di doverne trarre le dovute conseguenze? In alternativa, può comunque sputarsi in faccia”.

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