Sostiene che in caso di vittoria alla Corte europea non chiederebbe il ‘ripristino’, di entrare cioè a Palazzo Moffa. Ma la notizia che il ricorso di Marcello Miniscalco, segretario regionale Psi escluso dal listino di Frattura per via di una condanna risalente a molti anni fa, ha ricevuto il primo sì a Strasburgo ha mandato in fibrillazione gli eletti di via IV Novembre.
“Ho accolto la notizia con tranquillità e serenità. Ora attendiamo fiduciosi l’esito finale” commenta Miniscalco. La vicenda che potrebbe riguardare anche la questione della decadenza di Berlusconi da parlamentare in base alla legge Severino. “Se non fossi stato convinto delle mie ragioni non sarei arrivato alla Corte Europea. Il fatto che il ricorso sia stato iscritto a ruolo e dichiarato ammissibile è già importante, perché ha superato un primo vaglio”. Miniscalco alle elezioni di un anno fa era nel listino maggioritario, a sostegno dell’attuale governatore Paolo Frattura, ma la sua candidatura fu esclusa in applicazione delle nuove norme sulle liste ‘pulite’. Miniscalco era stato condannato una decina d’anni prima per abuso d’ufficio, quando, sindaco di Rocchetta a Volturno, non aveva concesso una piazza per un comizio. Nel settembre scorso Enrico Buemi, capogruppo Psi in commissione Giustizia e componente della Giunta per le Elezioni e le Immunità parlamentari del Senato, affermò: “Perseverare nel far dipendere la decadenza di Berlusconi dalla legge Severino vuol dire rischiare di incorrere in un possibile invalidamento da parte della Corte di Strasburgo, cui Berlusconi ha fatto ricorso. Tanto più che, nello stesso collegio elettorale molisano, Marcello Miniscalco, dichiarato incandidabile alle ultime amministrative per una condanna passata in giudicato nel 2001, ha già presentato analogo ricorso alla Cedu. Se le ragioni di Miniscalco venissero accolte da Strasburgo, anche l’incandidabilità di Berlusconi potrebbe essere invalidata. “Per me gli individui sono tutti uguali – dice Miniscalco palando dell’analogia con la vicenda del Cavaliere – Berlusconi ha avuto successo, ha tanti soldi e io non ne ho. Però sono una persona, come lui. Comunque mi interessa il mio caso, seguo quello, sono due vicende separate”.
E torna a ribadire l’incostituzionalità delle norme della Severino anche l’ex governatore Iorio, sospeso dallo scranno di Palazzo Moffa a causa di una condanna non definitiva. “Mi rammarico perché i Consigli regionali non hanno sentito l’esigenza di lottare contro la disparità esistente fra i candidati e gli eletti delle Assisi locali e quelli del Parlamento. Resto convinto che non appena la Consulta potrà occuparsi della Severino sancirà questo principio” la sua riflessione sul punto.