ULISSE DI GIACOMO*
C’è una cappa di inquietudine, di sospetti e di veleni su questa Regione.
Ai problemi legati alla disoccupazione e ai possibili conflitti sociali che da essa possono scaturire, a causa di una ormai acclarata incapacità del Governo Regionale a dare risposte ai cittadini, si sono aggiunti negli ultimi giorni fatti che hanno minato profondamente la credibilità delle massime Istituzioni di garanzia che uno Stato democratico pone sul territorio a difesa della sicurezza dei cittadini e a garanzia dello stato di diritto.
Mi riferisco a quanto sta succedendo nella Questura di Campobasso, con il questore Pozzo indagato dalla Procura per reati che, per un responsabile dell’ordine pubblico, agli occhi di un comune cittadino sarebbero di una gravità inaudita se venissero confermati, ma che, anche non confermati, ormai hanno minato in maniera irreversibile la credibilità’ di questa istituzione. Mi riferisco anche alle indiscrezioni che riguardano fatti all’interno della Procura di Campobasso in riferimento alla stessa inchiesta, fatti che, se venissero confermati, metterebbero in discussione la fiducia dei molisani in questo ordine dello Stato.
In questo clima di sospetti e di veleni ieri mattina è accaduto qualcosa che dovrebbe indurre tutti a tenere l’attenzione molto alta su quello che in Molise potrebbe accadere nel prossimo futuro. Emilio Izzo, un libero cittadino già’ da tempo impegnato sui problemi che riguardano i diritti civili, dopo aver preannunciato con un comunicato stampa (che fino a prova contraria rappresenta una comunicazione ufficiale per tutti, anche per la Questura di Campobasso) della sua intenzione di tenere una conferenza stampa davanti al Tribunale di Campobasso, avente per oggetto la stessa indagine di cui parlavamo in premessa, (tra l’altro lo stesso Izzo conferma di aver inviato il comunicato anche alla Questura di Isernia con preghiera di inoltrarlo a quella di Campobasso), ebbene, il libero cittadino Izzo è stato avvicinato da un agente di polizia che gli ha chiesto di identificarsi e di favorire i documenti. Anzi, a detta di qualcuno dei presenti, lo stesso agente avrebbe ammesso: “Sono qui per questo”. Al di là della irritualità e della gravità dell’accaduto, a me sorgono una domanda e un sospetto. La domanda è: mandato da chi? Chi ha firmato la disposizione? Sarebbe opportuna una risposta, possibilmente con nome e cognome, visti i tempi…
Il sospetto è: non è che in questo clima in cui il senso della legalità e delle regole viene pesantemente messo in discussione, qualcuno incautamente pensa di intimidire chi ha il coraggio (e il dovere) di informare l’opinione pubblica o di esprimere la propria legittima disapprovazione?
Se così fosse, chi pensa questo può già da adesso mettersi l’anima in pace: nessuno ha paura, perché la paura è un sentimento che non ci appartiene e che dovrebbe appartenere ad altri.
Noi, invece, vigileremo, come abbiamo sempre fatto, affinché nessuno si muova al di fuori della legalità’, ritenendosi legittimato a calpestare le regole di uno stato democratico.
*senatore