Scegliamo noi cosa e come tagliare, ha detto il premier Renzi. Ma le slide del piano Cottarelli, commissario straordinario della spending review, continuano a restare al centro del dibattito politico. Una nuova stretta è prevista anche per i costi della politica. E sul punto, a giudicare dal contenuto del ddl costituzionale presentato dal premier, Renzi non è troppo in disaccordo. Lui prevede indennità uguali per tutti i consiglieri regionali d’Italia e comunque mai superiori a quella dei sindaci dei capoluoghi di regione. E l’azzeramento dei fondi per i gruppi consiliari. Cottarelli esemplifica così le misure che ritiene praticabili per conseguire risparmi. Per quanto riguarda i Comuni: Unione dei Comuni che hanno meno di 5mila abitanti, riduzione degli amministratori locali e dei loro emolumenti. Riguardo alle Regioni, invece, in cantiere c’è: l’ulteriore riduzione dei consiglieri regionali e della loro remunerazione e la riduzione dei vitalizi. Cottarelli segnala, inoltre, che è “essenziale assicurare il monitoraggio per evitare l’aggiramento delle misure (come nel caso delle misure introdotte dal governo Monti)”. Indica, ancora, di fissare costi standard per il funzionamento dei Consigli regionali e di ridurre i finanziamenti ai partiti rispetto al dl approvato. “In aggiunta (con effetto difficile da stimare ma importante in termini di equità) – aggiunge sul punto -: divieto di cumulo di pensioni con le retribuzioni offerte dalla carica pubblica”.
Tempi duri per gli inquilini di Palazzo Moffa, comunque. Renzi o Cottarelli, qualunque proposta prevalga l’austerity è dietro l’angolo. Tanto che in Prima Commissione si è deciso di proporre al Consiglio una riflessione ampia e comune sul ddl degli Indignati, che dimezza le indennità, e anche sul disegno di legge del premier. L’organismo, presieduto da Francesco Totaro, ha condiviso un ordine del giorno da inviare all’Assise. “Riteniamo sia giusto che tutti i gruppi politici presenti in Assemblea si esprimano – spiega a margine la consigliera Nunzia Lattanzio – sullo scenario che si sta delineando anche a livello nazionale”. Mercoledì 2 aprile Palazzo Moffa discuterà le riforme costituzionali proposte da Renzi.