“I cittadini sono arrabbiati ed hanno ragione di essere arrabbiati. Perché dalla prima repubblica a quella che hanno chiamato seconda ci sono sempre le stesse facce a rubare ed a rappresentarli nelle istituzioni così come ha dimostrato la nuova inchiesta ‘mani pulite’ a Milano”.
Lo ha detto a Termoli Antonio Di Pietro, commentando l’intervento del premier Renzi sull’Italia che riparte.
“E allora invece di prendersela con gli arrabbiati, prendiamocela con i delinquenti una volta tanto – ha proseguito Di Pietro che così si è rivolto a Renzi -. Signor presidente del Consiglio, caro Matteo, te lo dico in forma propositiva, da fratello maggiore che ha qualche anno più di te, l’unico decreto urgente da fare non è quello dei massimi sistemi, non è quello di riformare la Costituzione con un pregiudicato su cui bisogna scegliere se andare a San Vittore o a Montecitorio, credo che sia meglio che i pregiudicati siano in galera e non siano padri della Patria. Ma l’unica riforma urgente che c’è da fare è un bel decreto legge in materia di reati contro la pubblica amministrazione. In materia di allontanamento definitivo di coloro che si sono macchiati di reati, per impedire a queste persone di ritornare dopo che sono già stati condannati. Insomma un daspo della curva sud della politica”.
Di Pietro ha parlato anche del caso Dell’Utri: “Noi avevano scoperto la punta di un iceberg di coloro che facendo politica, o amministrando la cosa pubblica, si erano macchiati di reati. La seconda repubblica è ancora peggio. Perché come avete visto ci sono persone latitanti – ha proseguito -, persone in Parlamento con misure cautelari in corso di destra e di sinistra. E allora stabiliamola questa regola una volta per tutte: chi si macchia di reati non deve poter più entrare, negli stadi i delinquenti che rompono le teste e nelle istituzioni i delinquenti che rubano o corrompono”.