Tra i fedelissimi del governatore circolava un timore ieri sera all’assemblea del Pd. Che a qualche ‘anima’ del partito non dispiacerebbe il commissariamento di Frattura come responsabile della sanità. “Sarebbe uno smacco” spiegava un dirigente che preferisce non ufficializzare la riflessione come sua. Cattiverie a parte, il rischio commissariamento esiste. Lo attesta una diffida del Tavolo Massicci a fare i nuovi piani operativi. Bisogna capire se ora il testo passa il vaglio.
L’assemblea non ha riservato comunque sorprese né scontri. È bastato, evidentemente, quello a Palazzo Moffa ieri mattina. Intanto i piani operativi sono ‘atto di indirizzo’ per volere della quasi totalità del Consiglio regionale. E con questo biglietto da visita saranno presentati al Tavolo Massicci. Dato, questo, rimarcato con una certa soddisfazione dal segretario regionale Micaela Fanelli. L’uscita dal commissariamento è l’obiettivo principale del Pd molisano venuto fuori dalla discussione di ieri sera.
Confronto, sì. Quello c’è stato. L’assessore Scarabeo ha seguito il confronto dal fondo della sala, senza intervenire. Il senatore Roberto Ruta, dal canto suo, ha proposto di andare sul territorio in questo mese a disposizione e migliorare il riordino, soprattutto renderlo condiviso. E l’idea è stata recepita. Già venerdì peraltro la segreteria aveva approvato la proposta del responsabile comunicazione Luca Iosue in tal senso.
Mezzo pieno o mezzo vuoto. Ruta ha scelto l’ottimismo sui piani operativi, bicchiere mezzo pieno dunque. E ha sgombrato il campo da tentazioni perverse. “Il mio interlocutore deve essere il presidente della Regione-commissario, non un commissario venuto da Roma. Premesso questo, ci sono due questioni. Tante proteste, vuol dire che c’è un difetto di comunicazione o un problema di merito. Qualunque sia il motivo – ha detto – abbiamo 30 giorni di tempo per confrontarci, spiegare e se serve migliorare. Seconda questione, il rapporto sanità pubblica e sanità privata non è una battaglia di retroguardia ma di civiltà. Io credo che dobbiamo scommettere su quella pubblica di qualità facendo investimenti. Oggi protestano in tanti, ma c’è pure chi non dice nulla. Io sono il primo a difendere le nostre strutture private d’eccellenza ma perché – propone ponendo le sue condizioni – non si pensa, ad esempio, ad un accordo di confine con la Campania che permetta di ‘liberare’ anche 50 posti del Neuromed? Ecco, abbiamo 30 giorni per discutere di tutto questo e superare i problemi con intelligenza e strategia politica”. Se quei problemi saranno superati “considererò condiviso e unitario il documento” chiosa. Il documento è il testo dei piani operativi.

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