Un incontro a tratti accorato, quello che ha visto ieri pomeriggio alla sala della comunità parrocchiale del villaggio provvisorio di Bonefro il consigliere delegato per la ricostruzione post sisma e della protezione civile Salvatore Ciocca confrontarsi con popolazioni, imprese, tecnici e amministratori del Cratere.
Sono trascorsi quasi dodici anni dal sisma del 31 ottobre 2002, ma la ricostruzione è davvero una chimera, eccezion fatta per San Giuliano di Puglia, che ha beneficiato di fondi e procedure differenti rispetto al resto del comprensorio terremotato. Mesi e mesi di promesse, impegni e annunci, ricordiamo quelli della scorsa estate nella medesima location. Residenti, aziende, sindaci e professionisti ciascuno coi propri dubbi, coi loro problemi, facce di un quadrato che rischia di implodere. Si attendeva un’agenda con date certe e garanzie, ma dalla riunione è venuta fuori solo una versatile e poliedrica richiesta, viste le molteplici istanze portate in dote al dibattito. Non che fossero elementi nuovi. La comunità terremotata è stanca di vivere nelle ‘casette’, ormai degradate.
Le imprese rivendicano il pagamento delle quote pregresse per gli stati di avanzamento già compiuti, perché non ce la fanno più e rischiano non solo di interrompere l’esecuzione dei progetti, ma alcuni l’intera attività. Sindaci e tecnici vogliono certezze sullo snellimento della burocrazia, che sta strangolando come un boa le aspettative di tornare alla normalità.
Tutte rivendicazioni che ora Ciocca dovrà portare alla maggioranza e alla giunta Frattura, per cercare di lenire le situazioni più spinose. Lo stesso esponente di centrosinistra ha ribadito come il rispetto di alcuni paletti impedisce alla Regione di avere liquidità periodica per adempiere alle scadenze.