Sblocco improvviso per il Patto della Salute. Ma non tutto è stato facile e anzi a stare a quanto dichiaravano in mattinata i presidenti delle Regioni un possibile accordo pareva decisamente lontano. Nel mirino dei governatori, secondo quanto faticosamente si riusciva a capire, erano alcuni cambiamenti fatti a loro dire all’ultimo momento dal Ministero dell’Economia e da quello della Salute, che rendevano praticamente impossibile un ok da parte delle Regioni. Sotto i riflettori quindi il rispetto dei vincoli in materia di spesa di personale, anche per le Regioni con piani di rientro, le risorse aggiuntive per i Lea e i costi standard e il turnover del personale, temi che in una prima fase avrebbero interessato anche le regioni virtuose e non soltanto quelle non in equilibrio finanziario o addirittura con piani di rientro. Ma poi tutto si è sbloccato nel corso di una lunga e dibattuta Stato-Regioni, che alla fine ha però prodotto l’attesa fumata bianca. Soddisfatta la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, secondo la quale l’intesa “ha messo la sanità in sicurezza”.
Nel documento la fissazione dei posti letto – 3,7 ogni mille abitanti in luogo degli attuali 4 – e lo stop ai presidenti-commissari nelle regioni che andranno in futuro in piano di rientro dal debito.