Mentre in Senato passa il cuore della riforma del Senato made in Renzi, dal Consiglio regionale del Molise Tonino Di Pietro al premier manda a dire: Matte’, lascia stare le cofecchie e pensa a chi non arriva a fine mese.
Più o meno così, ma non meno direttamente, il fondatore dell’Idv con il partito molisano al presidente del Consiglio dei ministri e al titolare del Viminale Angelino Alfano chiede di metter mano al comparto sicurezza e non certo per tagliare alle forze dell’ordine o restringere i confini della legalità con l’obiettivo di depenalizzare per svuotare le carceri. Nella saletta attigua all’Aula consiliare di via IV Novembre il summit con tutte le sigle sindacali di polizia. C’è Antonio Di Pietro, ci sono suo figlio Cristiano – coordinatore regionale dell’Italia dei Valori – e altri esponenti del gruppo dirigente locale. Ascoltano, innanzitutto. E la situazione è presto detta. “Siamo senza uomini, senza mezzi e davvero ci mancano pure le divise. Il governo per parte sua è sordo alle nostre richieste” dicono in coro i rappresentanti sindacali che sono anche essenzialmente operatori di polizia.
“In Molise c’è tanto bisogno di sicurezza – sostiene l’ex ministro molisano -. Questa terra era un’oasi di pace e invece adesso ogni giorno ci sono accoltellamenti, litigi, rapine. Come si risolve questo problema? Innanzitutto se il ministro dell’Interno rispetto il patto a cui si era impegnato quando si è insediato: aumentare lo stipendio alle forze di polizia che devono pensare alla sicurezza dei cittadini e non riescono ad arrivare a fine mese e poi dotarle di mezzi adeguati per correre appresso ai delinquenti. Chiederemo a voce e per iscritto ad Alfano di fare ciò che aveva promesso”. Poi il messaggio a Matteo. “C’è un solo modo – dice al premier Di Pietro – per far funzionare il Paese: che tutti rispettino le leggi. Quindi, invece di stare a perdere tempo per modificare la Costituzione che non serve a niente se tutti i giorni i cittadini non hanno i soldi a sufficienza per campare. Per cui la proposta dell’Idv è: certezza del diritto, certezza della pena e invece di pagare all’Europa 250 euro al giorno per ogni detenuto, quei soldi utilizziamoli per fare qualche carcere in più Matte’… Così i delinquenti stanno meglio, ma stanno dentro”.