Sui pozzi radioattivi di Cercemaggiore ha acceso i riflettori anche il deputato socialista Oreste Pastorelli. Ha presentato un’interrogazione in cui sollecita il governo nazionale ad intervenire.
Nel documento il parlamentare ripercorre le tappe degli insediamenti di estrazione petrolifera della Montedison in località Capoiaccio a Cercemaggiore. Tante le denunce negli anni passati sui camion che di notte scaricavano chissà cosa, quando – una volta dismessi – i pozzi sono stati utilizzati per smaltire acque reflue che arrivavano anche dalla Basilicata. A far scattare l’allerta di oggi, però, sono state le dichiarazioni del pentito dei Casalesi Carmine Schiavone sull’utilizzo di zone del Molise come sversatoio per i veleni smaltiti dalla camorra.
L’Arpa, su sollecitazione della Terza commissione consiliare di Palazzo Moffa presieduta da Salvatore Ciocca, ha effettuato analisi nella zona – ora recintata ed interdetta – rilevando una radioattività anche dieci volte superiore a quella naturale. L’Ispra, intervenuta qualche settimana fa, “ha confermato i dati del precedente monitoraggio curato dall’Agenzia regionale” scrive Pastorelli nella sua interrogazione citando le dichiarazioni del direttore dell’Arpa Quintino Pallante secondo cui “i funzionari inviati dal ministero dell’Ambiente hanno confermato, con lo spettrometro, i valori di radioattività dieci volte superiore al normale già riscontrati da noi dell’Arpa, ma non si tratta di scorie di tipo industriale”. In attesa della relazione ufficiale che arriverà tra una decina di giorni, Pallante ha voluto evidenziare come queste verifiche compiute siano solo “il primo passo di una procedura molto complessa”. Sulla scorta di tutti questi elementi il deputato socialista chiede “quali iniziative urgenti” i ministri dell’Ambiente e della Salute “abbiano intenzione di assumere al fine di prevenire la salute dei cittadini che vivono nella zona contaminata; quali iniziative, per le rispettive competenze, i ministri interrogati abbiano intenzione di porre in essere al fine di ottenere un graduale disinquinamento e risanamento dei siti ove insistevano pozzi petroliferi, anche valutando la sussistenza dei presupposti per predisporre un apposito piano ambientale e di tutela della salute”. Sull’iniziativa parlamentare esprime apprezzamento il segretario nazionale de L’Altritalia Ambiente, Filippo Poleggi.