Italiano, emigrante. Un biglietto comprato sudando, con le lire che si potevano racimolare magari zappando la terra dei latifondisti al Sud. Il viaggio in nave, l’attracco a Ellis Island. L’America e la statua della Libertà. Ma la medaglia ha il suo rovescio, quello che neanche gli italiani si raccontano più. “Quanti viaggiavano nelle stive insieme agli animali e non sapevano se sarebbero mai arrivati vivi?”. Il colloquio col governatore del Molise Paolo Frattura sul tema che tre suoi colleghi – Maroni, Zaia e Toti – hanno voluto fosse quello del giorno non vibra su corde politiche: “Non voglio ragionare in termini di sostegno o contrarietà al governo. È proprio questo l’errore. Io non me la sento di respingere i profughi che cercano un futuro sfidando traversate impossibili nel Mediterraneo, non me la sento di buttarli a mare. Sono disperati, noi italiani eravamo come loro”.
Il presidente della Lombardia Roberto Maroni ha minacciato i sindaci: taglierò i fondi a chi accoglie gli immigrati. A ruota lo hanno seguito il collega leghista del Veneto Luca Zaia e il neo governatore ligure Giovanni Toti. Dalla Germania, Renzi ha ribattuto: le quote per regione le ha decise Maroni quando era ministro dell’Interno, daremo invece incentivi ai comuni che accolgono i profughi. Dai vescovi agli altri presidenti di Regione passando per le associazioni e gli esponenti del governo centrale, è un fuoco di fila sui presidenti leghisti e ribelli.
“Organizzare l’accoglienza è un dovere per chi amministra. È chiaro che bisogna farlo senza creare problemi o contraccolpi alla propria popolazione. Altrettanto lo è la necessità di coinvolgimento dell’Europa. Mare nostrum, Triton: la sigla cambia poco. La solidarietà reciproca – dice Frattura – è riferimento unico per chi amministra. Le regole vanno rispettate ma l’accoglienza si può organizzare. Per cui, Maroni può dire quel che ritiene. Io mi auguro che i sindaci non lo seguano. Per quanto mi riguarda, laddove posso essere utile alle nostre due prefetture sono non solo a disposizione, di più. E mi piace sottolineare anche un dato. Dal punto di vista dell’accoglienza il Molise sta dando molto – è la regione che in proporzione alla sua popolazione ha il più alto numero di immigrati accolti, ndr – e non c’è stato un solo incidente di percorso o fatto di cronaca che sia. Questo, va detto, è merito proprio del lavoro svolto dalle prefetture di Campobasso e Isernia”.
“Dopo di che, è chiaro, dobbiamo capire cosa facciamo fare a queste persone – aggiunge il governatore aprendo il capitolo più importante della questione -. Considerando che per tanti di loro l’Italia è solo una terra di passaggio verso il Nord”. Sul punto, come sul capitolo della sostenibilità economica, l’Europa deve fare la sua parte. “E però il premier ha l’opposizione in casa. A che titolo tratta con la Merkel sull’immigrazione se tre governatori invitano i sindaci a ‘respingere’ i profughi?”.
Il Molise che accoglie i profughi faceva gola pure a Mafia Capitale. Il centro di San Giuliano di Puglia, per il clan di Carminati, era cosa fatta a leggere le risultanze investigative cristallizzate nella seconda ordinanza di arresti. Era tutto deciso: la commissione, i partecipanti al bando e i vincitori. Li ha fermati la magistratura. D’altro canto finché la gestione dell’emergenza passa sopra le teste delle istituzioni locali, ‘basta’ avere l’uomo giusto al tavolo nazionale di coordinamento – in questo caso era Luca Odevaine – per decidere chi, dove e quanto guadagnarci. Senza che le istituzioni locali possano molto, dai Comuni alle Regioni. Senza che riescano a capirci molto. “L’emergenza – sostiene Frattura – non può essere utilizzata per bypassare le regole”. Come a dicembre coi primi arresti, ribadisce: il Molise non sarà terra di conquista di personaggi senza scrupoli. “Speculano sui disperati, sono come quelli che ridevano fra loro al telefono nella notte drammatica per L’Aquila dopo il terremoto”.