Un molisano, Natalino Stocco, scrive a fine giugno al ministro Beatrice Lorenzin per chiederle di salvare il reparto di Oculistica del Vietri di Larino. Minacciato dal decreto Balduzzi e dal riordino in atto, è invece – afferma nella nota che a inizio luglio viene recapitata al ministero – un’eccellenza. Ieri, nella sua posta una mail dalla segreteria della Lorenzin e una nota allegata che gli spiega perché, in base ai dati della Direzione della Programmazione sanitaria, bene ha fatto la Regione Molise a prevedere, nel programma straordinario che sta predisponendo insieme ai ministeri che la affiancano nel piano di rientro dal debito (Salute ed Economia) – piano finora rimasto top secret – a prevedere un unico reparto di oculistica (due posti letto) al Veneziale di Isernia e trasferire il resto in ambulatorio.

Dunque, nessuna speranza per il Vietri. È confermato che diventerà ospedale di comunità: punto di primo intervento gestito dal personale del 118, 40 posti di Rsa di cui 20 già attivi, 20 di riabilitazione estensiva, 30 di riabilitazione extra ospedaliera, 18 di lungodegenza e 18 di riabilitazione. Fin qui nessuna grande novità. Il punto deflagrante della comunicazione giunta da Roma a Stocco è quello che svela i contenuti della proposta di programma straordinario sulla riorganizzazione complessiva dell’offerta ospedaliera. La Cattolica e il Neuromed, in base al prospetto piombato (per il peso della rivelazione) nella mail di Natalino Stocco, ne escono dimezzati. Dato sorprendente, anche alla luce delle tante critiche piovute addosso al presidente-commissario Frattura per la sua pretesa vicinanza ai principali erogatori privati della regione. Il Cardarelli cede alcuni posti letto, Veneziale e San Timoteo invece complessivamente li guadagnano. Ma, avvertenza essenziale, nella bozza di piano operativo straordinario del Molise datata 16 giugno 2015 ‘scompaiono’ il Ss Rosario e il Vietri, con riassorbimento – probabilmente – degli eventuali posti letto per post acuzie nei presidi ospedalieri più grandi (quindi Isernia e Termoli).

Se i numeri comunicati a Stocco sono veri e attuali – perché la bozza potrebbe essere stata superata, rivisitata e corretta nel frattempo -, la Fondazione Giovanni Paolo II passa da 130 posti letto (116 per acuti e 14 di riabilitazione) a 63 (51 e 12). Il Neuromed di Pozzilli, invece, da 145 (100 acuti e 45 riabilitazione) a 90 (65 e 25). L’ospedale del capoluogo di regione al momento ha 324 posti, 315 per le acuzie e 9 di riabilitazione. In base alla bozza di piano straordinario, diventano rispettivamente 282 e 22 (304). Sono 139, oggi, i posti al Veneziale e diventeranno 149 (129 per le acuzie, 20 per i post acuti). Infine, al San Timoteo l’incremento maggiore: dai 182 attuali, tutti per acuzie, si passa a 230 (160 per acuti, ben 70 per post acuzie). I numeri sono ‘nudi e crudi’. Per un esame prospettico migliore bisognerebbe capire come sono articolati, in quanti e quali reparti e come questi saranno dislocati sul territorio.

In generale, in Molise ci sono 1.270 posti letto, 1.164 quelli determinati in base agli standard vigenti. Ne risulta, rimarca la Direzione della Programmazione sanitaria del dicastero di Lungotevere Ripa, che 106 sono di troppo. La ‘dotazione futura’ ipotizzata nel piano straordinario è draconiana: 969 i posti letto suddivisi tra pubblico e privato. Durante l’ultima riunione del tavolo Adduce la pratica ‘piano operativo’ non è stata affrontata. Dalla struttura commissariale una nuova proposta era stata inviata poche ore prima. Impossibile per i tecnici esprimere già un giudizio.

Dalla direzione generale della Salute della Regione fanno sapere che quei dati sono ‘fermi’ al 6 luglio e vengono fuori da una sorta di simulazione di applicazione dei nuovi standard. Da allora ci sono state altre tre riunioni e il tavolo tecnico di giovedì scorso. Dunque, precisa il dg della Salute Marinella D’Innocenzo, i dati sono cambiati. Senza contare che si deve anche tener conto degli accordi di confine in corso di definizione con Lazio, Abruzzo e Campani. Resta il fatto però che dal ministero sono stati inviati ad un cittadino molisano, con una mail datata 5 agosto. Un cortocircuito – che probabilmente non resterà senza conseguenze anche politiche in regione – su cui Palazzo Vitale assicura di voler fare chiarezza.

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