Giugno nella norma, luglio rovente e, fatta eccezione per la pausa del weekend appena trascorso, caldo gradevole ad agosto. L’autunno per ora è un’incognita, ma politicamente ragionando c’è da attendersi una temperatura al di sopra della media. Intanto c’è l’appuntamento con il giro di boa di metà mandato. Dunque, lo stabilisce lo Statuto, l’elezione del presidente del Consiglio regionale per la seconda fase della legislatura che terminerà a febbraio 2017. Sicuramente ci sarà anche il rimpasto dell’esecutivo. E poi, ma non in ordine d’importanza, l’agenda che vede in cima due importanti argomenti attorno ai quali si deciderà il futuro e probabilmente l’autonomia del Molise: sanità e lavoro.
La sanità, in particolare, è al centro del dibattito di questi giorni. Con una serie di prese di posizione e discese in campo che hanno visto acuirsi lo scontro tra pubblico e privato. Da una parte la Cattolica, dall’altra il comitato Pro Cardarelli. E poi l’arcivescovo Bregantini. E, ancora, l’eurodeputato Patriciello. Associazioni in difesa di questa o quella struttura.
Sembra di capire che la torta da spartire non soddisfa tutti i commensali. E ognuno, legittimamente dal proprio punto di vista, cerca di difendere la porzione.
I problemi, tuttavia – ne è convinto il governatore Frattura che nella partita indossa la casacca di commissario alla Sanità – “non si risolvono con lo scontro e cercando di imporre la propria posizione. L’obiettivo della Regione è quello di riorganizzare la sanità nell’interesse dei cittadini e in funzione della qualità che le strutture sono in grado di offrire. Tenendo naturalmente conto delle risorse disponibili. Per capirci e per essere estremamente chiari: non è che se qualcuno alza la voce ci facciamo impressionare”.
Si riferisce alle rimostranze della Cattolica rispetto alla sospensione della chemioterapia?
“Intanto, non credo sia necessario ribadirlo ancora una volta, la chemioterapia non è mai stata sospesa”.
E allora perché tanto rumore?
“Lo chieda a chi lo ha prodotto. La professionalità e l’eccellenza si esprimono con le discipline che non entrano in concorrenza con quanto offre il servizio pubblico. Certo, viene da sorridere pensando che due strutture distanti tra loro appena 200 metri possano entrare in concorrenza e non mi riferisco all’Oncologia. Ciò non è possibile e non è consentito. Qualità, efficienza, appropriatezza, riconoscimento delle eccellenze sono i punti cardine che ci guidano nella riorganizzazione del sistema. E sia chiaro, i censori delle nostre scelte non sono e non saranno i diretti interessati (Frattura non lo dice, ma sembra chiaro il riferimento ai ‘proprietari’ delle strutture private e agli operatori di quelle pubbliche, ndr), ma sono evidentemente i Ministeri affiancanti con i quali stiamo chiudendo un percorso avviato due anni fa”.
Abbia pazienza presidente, ma allora perché gli ultimi decreti hanno generato tanto malumore? Addirittura qualcuno ha messo in dubbio la data di sottoscrizione del decreto 51. Non era forse il caso di informare gli interessati prima di procedere?
“Al di là dell’ammuina e della speculazione politica che lascia il tempo che trova, dispiace la polemica perché il chiarimento al presidente, al direttore generale e al direttore amministrativo della Fondazione Giovanni Paolo II (Cattolica, ndr) era stato fornito in maniera chiara e puntuale in un incontro a Roma. In quella sede abbiamo raccolto le perplessità e le giuste osservazioni espresse rispetto al primo decreto che scaturiva da indicazioni romane. Osservazioni tempestivamente da noi rappresentate ai Ministeri affiancanti che le hanno condivise e così abbiamo risolto con l’ultimo decreto”.
Forse c’è un po’ di legittimo timore rispetto alla rimodulazione dei posti letto…
“Guardi, la riorganizzazione per posti letto non mi appassiona. Anche perché assegnare dei posti letto senza criterio, sarebbe come assegnare un budget senza criterio. E questo, spero sia chiaro, non è più possibile. Forse lo è stato in passato, ma non mi interessa. L’obiettivo è premiare la qualità. Quindi, indipendentemente dai posti letto oggi assegnati, se nella struttura ‘x’ ogni anno vanno 100mila persone per la cura della patologia ‘y’, è evidente che un elevato numero di pazienti apprezza la qualità sanitaria che la struttura ‘x’ offre nella cura della patologia ‘y’. Per intenderci, con estrema chiarezza e a scanso di ulteriori equivoci: la struttura regionale della Sanità ha approfondito una serie di dati certi, concreti, che ci danno la possibilità di dimensionare l’offerta e distribuirla tra i vari erogatori. Abbiamo tre eccellenze: Neuroscienze, Cardiochirurgia e Oncologia. Ne riconosciamo la valenza per i pazienti molisani e per quelli che arrivano dalle altre regioni e siamo pronti a valorizzarle, purché non entrino in concorrenza con la situazione esistente degli erogatori pubblici. Attenzione però: autodichiararsi eccellenza perché la struttura attrae pazienti non è sufficiente, occorre dimostrarlo con i dati”.
Qualcuno dichiara di attrarre più di quanto effettivamente attrae?
“No! Lo escludo. Volevo semplicemente dire che spesso leggo numeri che non corrispondono ai dati in nostro possesso. Le valutazioni e le scelte noi le facciamo sui dati certi, non sulle chiacchiere”.
Insomma, le premesse non lasciano margini a interpretazioni. Forse più che un autunno caldo il Molise vivrà anche un inverno tropicale (si fa per dire). E proprio in pieno inverno scadrà la maggior parte dei contratti al personale sanitario assunto a tempo determinato. Centinaia di persone senza le quali il settore rischia di collassare. Ma sul punto Frattura non è proprio d’accordo: “Non lo so se il settore collassa. Forse sì, ma anche no. Probabilmente sarà sufficiente la metà del personale in scadenza, ma potrebbe occorrerne il doppio. Non do i numeri. È che l’Asrem sta ultimando in questi giorni il quadro esigenziale delle professionalità. Non è uno scherzo: la struttura non è dotata di uno strumento da cui poter verificare l’effettivo fabbisogno. Una volta che avremo le idee chiare, apriremo ogni ragionamento”.
Sembra di capire che i cosiddetti precari della sanità possono tirare un sospiro di sollievo.
“Spero per loro che il fabbisogno di cui sento parlare sia reale. E non è da escludere che per certe figure professionali sia anche superiore a quanto crediamo di saperne. Quando avremo gli effettivi fabbisogni non sarà difficile ottenere dai Ministeri il via libera per le proroghe. A quel punto immagino però un altro problema: i precari che chiedono la proroga come sono stati selezionati? Per tutti coloro che hanno seguito una selezione riconosciuta dalla norma non vedo ostacoli. Qualche dubbio lo nutro per chi è stato assunto in deroga alle norme. Va poi detto che nel momento in cui saranno approvati i piani operativi otterremo lo sblocco del turnover, con altre e ampie possibilità di assunzione”.
Ma un paziente molisano cha ha necessità di cure non può mica aspettare lo sblocco del turnover.
“È vero. Ma credo di poter affermare che ciò avverrà in tempi brevissimi”.
Altra questione impellente è il futuro della Gam.
“Con le parti sociali abbiamo lavorato gomito a gomito per il riconoscimento dell’area di crisi. Nella stessa maniera, come concordato coi sindacati, lavoreremo per la predisposizione dei bandi. Bandi che saranno concepiti, non solo nell’interesse dei lavoratori ma di tutti i molisani, affinché eventuali avventurieri non avranno nemmeno la possibilità di partecipare. Apriremo la porta solo agli imprenditori che saranno in grado di dimostrare il possesso dei requisiti e degli strumenti necessari. Glielo dico con franchezza: non ci sarà trippa per gatti. Ogni euro di finanziamento sarà erogato solo dopo aver contato gli euro messi sul tavolo dall’investitore. Ai fondi del Psr si aggiunga poi l’attrattività che arriverà dai benefici che saremo in grado di offrire a chi investirà in Molise (Area di crisi, ndr)”.
Rileggendo quest’ultimo passaggio, più che un impegno sembra un spot elettorale.
“Non mi dilungo: la Gam è in cima all’agenda politica alla ripresa delle attività. Per capirci, il problema Gam avrei voluto risolverlo ieri. Ma non siamo più nelle condizioni di erogare finanziamenti a pioggia senza alcuna ricaduta reale in termini occupazionali e di benessere sociale. Di finanza creativa e dei buchi neri che la stessa ha provocato i molisani ne hanno piene le tasche. E non sarà un caso se abbiamo trovato un buco di bilancio di 286 milioni di euro. Troppo semplice creare consenso con quello che non si ha”.