Senza stress. Ma la politica è ripartita. E di stress il ‘Palazzo’ ne accumulerà di qui a metà ottobre, quando ragionevolmente dovrebbe essersi conclusa l’operazione di metà mandato. Operazione detta in gergo giro di boa, che vuol dire rielezione dei vertici del Consiglio regionale del Molise, delle Commissioni e rimpasto di giunta.

Naturale che questo evento condizioni e avvolga le attività di via IV Novembre. La Prima e la Quarta commissione hanno riavviato i motori. Nunzia Lattanzio è stata nominata relatrice dei piani sociali, Nico Ioffredi del regolamento sul reddito minimo di cittadinanza. Lunedì mattina si prosegue coi lavori. Subito dopo si è riunita la commissione per la verifica delle condizioni di eleggibilità, sul tavolo il dossier di Carlo Veneziale, subentrato in Consiglio come supplente dell’ex assessore Pd Massimiliano Scarabeo, sospeso dall’Assise ai sensi della legge Severino per via del suo coinvolgimento nell’inchiesta della procura di Isernia ‘Alta tensione’. “Abbiamo esaminato le dichiarazioni di Veneziale e anche la comunicazione del 4 agosto sulle sue dimissioni da amministratore unico di Finmolise”, ha riferito il presidente della ‘giunta’ per la convalida degli eletti Salvatore Micone. “Nessuno ha mosso obiezioni o eccezioni. Ora devo solo relazionare all’Aula. Credo che già per martedì sarò in grado di depositare il report”, ha proseguito. Dunque, nessun intoppo per la convalida di Veneziale. Che è pure uno dei papabili all’ingresso nel governo Frattura. C’è da riassegnare la delega alle Attività produttive, Veneziale con i suoi trascorsi a Finmolise ha parecchie chance. Inoltre, è della provincia di Isernia, che reclama rappresentanza. Ed esponente della minoranza del Pd. In pole position per la poltrona più importante di Palazzo Moffa, dove oggi è seduto il capo dei Popolari per l’Italia Vincenzo Niro, è l’ingegnere Vincenzo Cotugno. Capogruppo di Rialzati Molise, ha ricordato qualche giorno fa su Primo Piano che il movimento coi suoi circa 15mila voti è stato determinante per la vittoria del 2013. Tutto liscio? Non è detto. Due incognite almeno: una più nota e l’altra emersa in questi ultimi giorni. Intanto, Niro non subirà in silenzio. In questo quadro non sarebbe più capo dell’Assise ma nemmeno diventerebbe assessore. Vanta un patto scritto e firmato da Leva (all’epoca segretario dem), è deciso a farlo valere. O comunque a non far restare la ‘violazione’ senza conseguenze. Se l’alleanza non viene rispettata da Frattura, neanche lui la rispetterà più nei Comuni: è un rischio concreto. Secondo problema, una fronda interna al centrosinistra che potrebbe provare a impallinare il ticket Veneziale assessore-Cotugno presidente del Consiglio anche sulla scorta di un principio territoriale. Isernia, cioè, non può strafare. Va bene la rappresentanza, ma qualcuno sarebbe disposto a porre direttamente la questione ‘sovradimensionamento’. Rimettendo in gioco altre ipotesi e altri nomi. Senza dimenticare la questione femminile. Le quote rosa favoriscono, ad esempio, la segretaria del Pd Micaela Fanelli o la consigliera Lattanzio.

Non sarà semplice. E qualcuno dall’opposizione immagina che Frattura manterrà un basso profilo, limitandosi alle operazioni indispensabili: un assessore, il presidente  poco altro. Una sensazione visto che i grandi lavori non sono ancora realmente iniziati. Dal punto di vista dei temi più concreti, in agenda è prioritario l’accordo di programma per l’area di crisi.

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