“La gestione del servizio idrico integrato deve essere pubblica e partecipata”. È il monito del Comitato acqua pubblica Molise alla giunta regionale. Lo stesso invita sindaci e politici e soggetti sociali ad una nuova mobilitazione ed a restare vigili: “Affinché sia rispettata la volontà popolare sulla gestione del sistema idrico integrato”. L’associazione si definisce preoccupata alla luce dei recenti avvenimenti inerenti l’istituzione del nuovo ente Egam (Ente di Governo d’Ambito del Molise) e l’affidamento della gestione del servizio idrico per la vicinanza del 30 settembre 2015, data entro la quale si dovrà redigere il Piano d’Ambito. Il comitato ribadisce la volontà popolare espressa con il referendum del giugno 2011 e ritiene che “la Regione Molise debba necessariamente dare un indirizzo politico chiaro ed esplicito a favore di una gestione pubblica, così come espresso anche dalla legge di istituzione dell’azienda speciale Molise acque, non attraverso facili dichiarazioni di facciata ma con concreti atti amministrativi e legislativi”. Il Comitato acqua pubblica Molise chiede a tutti i sindaci dei comuni che costituiranno l’Egam di adoperarsi al più presto anche per scongiurare il commissariamento dell’ente, situazione che rappresenterebbe l’apripista per la privatizzazione.
“Mi sorprende verificare l’insistenza di alcuni commenti di persone che cercano di far passare il messaggio distorto secondo cui la Giunta regionale, e la maggioranza, guardano all’acqua non più come a un bene pubblico”. In questo caso è Cristiano Di Pietro, vice presidente del Consiglio regionale, a tornare sulla questione Egam che tiene banco tra sindaci e consiglieri regionali. Di Pietro interviene di nuovo sull’argomento dopo aver invitato tutti i sindaci, nei giorni scorsi, a “non perdere l’opportunità di aderire e di guardare con ottimismo alle novità introdotte dal nuovo ente, anche in virtù di norme che comportano una gestione più limpida dello stesso”. “Oggi entro nel merito di una seconda polemica nata intorno all’istituzione dell’Egam – prosegue Di Pietro – A quanto pare questa gente ha la memoria corta o non ha letto bene, visto che, tra le righe dell’articolato in esame, non si evince alcuna intenzione di privatizzare l’acqua”. “Le strumentalizzazioni politiche – conclude ricordando di esser stato fra i promotori del referendum insieme all’assessore Nagni – lasciano il tempo che trovano”.