“Il tempo del catenaccio è finito”. Per il governatore del Molise Paolo Frattura il ‘secondo tempo’ del centrosinistra alla guida della Regione assume una dimensione calcistica non cinematografica. La squadra ora “non gioca più in difesa, gioca per vincere”.
A proposito: Cotugno eletto quasi all’unanimità presidente del Consiglio, due esponenti della minoranza che sposano il suo programma e aderiscono alla maggioranza. È lei il vincitore di questa prima parte del giro di boa?
“No. Vince la politica, perde l’antipolitica. Prevale la proposta che non ha volto, firma o nome. La proposta è stata della maggioranza, condivisa con un percorso che ha visto concordi le sue espressioni consiliari e partitiche. Se dovessimo personalizzare anche in Molise, commetteremmo lo stesso errore che si fa a livello nazionale dove non si parla del Pd ma di Renzi. Renzi non potrebbe realizzare tutto quello che sta realizzando se non avesse una squadra, una maggioranza che ne condivide e sostiene i progetti”.
Partiamo dall’elezione di Cotugno, capogruppo di Rialzati Molise che due anni e mezzo fa restò fuori dall’esecutivo e poi fu beffato nella corsa al vertice di Palazzo Moffa. Oggi quel vertice lo conquista con 19 sì su 21.
“È un risultato del Consiglio regionale, dell’istituzione. La maggioranza vota il proprio candidato, l’opposizione riconosce la qualità della proposta. Abbiamo costruito la candidatura all’interno della maggioranza, come dicevo, e con i partiti. Ricordo invece quando arrivò un sms al capogruppo del Pd… Forse era il tempo delle deleghe omnicomprensive”.
Stavolta è arrivato il post su Facebook del deputato Danilo Leva. Con il senatore Roberto Ruta aveva chiesto di discutere in assemblea delle alleanze, nel loro mirino c’è quella con Rialzati Molise per via della vicinanza del movimento all’eurodeputato di FI Patriciello.
“Io non voglio fare polemiche e continuerò a lavorare perché il Pd ritrovi armonia e unità. Nel rispetto dei ruoli però. Che sono diversi fra maggioranza e minoranza, diverse sono le responsabilità. E aggiungo, tornando all’indicazione del candidato alla presidenza del Consiglio, che il partito si esprime anche in termini di rappresentanza consiliare (tranne Totaro tutti gli eletti hanno dato via libera all’indicazione di Frattura di mantenere l’impegno con Rialzati Molise, ndr). Si chiede confronto sulle alleanze? Anche su questo confrontiamoci in assemblea. Se io perdo ne prendo atto e faccio la mia parte ma non alimento continuamente contrasti”.
La convergenza del centrodestra su Cotugno però è stata come benzina sul fuoco.
“Il centrodestra non ha fatto inciuci. Con la dichiarazione in Aula del suo coordinatore ha chiarito che partiamo da punti diversi, se non opposti, ma c’è un unico obiettivo che è l’interesse del Molise e dei molisani. Sinceramente sarebbe stato mortificante per me se il centrodestra avesse invece ‘condiviso’ la candidatura. Ricordo inoltre che l’Assise si è espressa all’unanimità con l’astensione dei grillini anche sulle centrali a biomasse nel Matese. E chi sosteneva che quello era il presupposto per cui qualcuno voleva far arrivare l’indennizzo al suo ex socio è stato poi smentito dai fatti”.
Alleanze e impegni validi, dunque?
“Rialzati Molise fu un elemento determinante per la vittoria del centrosinistra che si impegnò con i moderati dello schieramento a riconoscere un posto nel listino e uno in giunta o alla presidenza del Consiglio. Per evitare interferenze col programma del centrosinistra e rasserenare quella parte dell’elettorato che non aveva digerito l’arrivo dei moderati, si scelse di dare riscontro a quell’impegno con il vertice dell’Assemblea legislativa. Abbiamo avuto per due anni e mezzo Niro, ottimo presidente del Consiglio. Per i prossimi due anni e mezzo avremo Cotugno, ottimo presidente del Consiglio”.
Quella preoccupazione ‘a salvaguardia del programma’ la ritiene ancora valida?
“No. Oggi abbiamo un quadro diverso, un quadro di governo in carica. E delle scelte, anche programmatiche, non c’è dubbio che rispondo io nel bene o nel male. Se a fine mandato le alleanze e le scelte avranno funzionato, bene. Se non avranno funzionato, sarò io stesso a fare un passo indietro e chiedere scusa anche per aver indebolito il centrosinistra. Intanto, dopo due anni e mezzo di rigore, arrivano dati di inversione di tendenza. Seppur ridicoli rispetto a quelli del Paese, ci sono. Godiamoci questi spiragli”.
E arrivano rinforzi alla sua maggioranza: Micone e Monaco.
“Un moderato che aveva scelto il centrodestra e un ex Sel che si era candidato con Romano e che ha preso subito le distanze da quel modo di fare politica…”
Cioè Monaco torna a casa?
“Torna a casa convinto. E deluso dalla politica urlata”.
Prima che cominci il secondo tempo del centrosinistra al governo del Molise, c’è una seconda tappa. Quella che riguarda la giunta.
“In discussione c’è una giunta a 3 invece che a 4. Manca l’assessore allo Sviluppo economico. Così come abbiamo fatto per il presidente del Consiglio, faremo per la nomina dell’assessore. Rispetto all’inizio della legislatura, quando prima si compose l’esecutivo e poi si votò il capo dell’Assise, oggi abbiamo invertito le cose. Il metodo è quello della condivisione con eletti e partiti, così come il decreto di nomina è una responsabilità del sottoscritto e non intendo delegarla a nessuno”.
Sostituirà solo l’assessore o ridefinirà l’intero quadro azzerando l’esistente?
“Ci sono due possibilità: o si nomina l’assessore o si azzera si riparte con una nuova giunta. Ci confronteremo e si vedrà. Ma non in base agli umori del momento”.
Riflettori accesi pure sulle deleghe ai consiglieri.
“Sul punto dico che con quattro assessori e un presidente non si riesce materialmente ad affrontare tutto adeguatamente. Quindi, la delega è un modo efficace di condividere la rappresentanza. Il consigliere delegato non ha benefit, esercita la delega a proprie spese. E per due anni e mezzo, va detto, i consiglieri lo hanno fatto senza risorse. L’unico settore che ne aveva a disposizione è la Protezione civile e sono stati due anni e mezzo di fango in faccia a fronte di un’agenzia che non aveva nemmeno il bilancio approvato”.
Ma saranno ridefinite le deleghe?
“Ridefinirle significa non essere soddisfatti del lavoro svolto. E in questo caso, se dovessi lamentarmi del lavoro di un consigliere delegato, non aspetterei questo momento per revocare la scelta. Lo avrei fatto per tempo”.
Come sarà il secondo tempo, allora?
“Rispetto al periodo trascorso caratterizzato da oggettive difficoltà e politiche di rigore, il centrosinistra oggi può contare sulle risorse della programmazione europea e non solo, sul riconoscimento dell’area di crisi e sulla conoscenza della macchina amministrativa. Certo, mi si dice – per esempio all’incontro della Cgil – che i molisani vogliono vedere i riscontri. Chiedono dove sono i posti di lavoro. È vero. Io dico, intanto leggiamo i dati e leggiamoli bene. Se da qualche mese la Cassa edile mette il segno più davanti ai numeri, se vanno in appalto milioni di euro di opere e lavori e le aziende poi assumeranno qualche riscontro c’è già e ci sarà. Misuriamoci su queste cose. E facciamolo onestamente. Analizzando il ruolo di tutti, anche dei tanti comitati, nelle scelte. Perché se la Momentive porta avanti un investimento in Molise, con tutti i pareri positivi, e vi rinuncia spostandolo altrove, la colpa dei 100 posti che non creiamo di chi è? Creiamo posti con il turismo? Benissimo. Per farlo però ci vuole un lavoro serio e prolungato”.