Caos e tensione in Consiglio regionale durante la seduta dedicata alle dichiarazioni del governatore Paolo di Laura Frattura per illustrare i piani operativi della sanità del Molise. Il presidente aveva appena cominciato a parlare quando è stato contestato dal pubblico presente, in tutto una quarantina di persone, soprattutto lavoratori del settore e sindacalisti. Le contestazioni hanno costretto il presidente del Consiglio Vincenzo Cotugno a interrompere i lavori per alcuni minuti.
Ma cosa contengono i programmi operativi straordinari della sanità?
Quasi 300 posti letto in meno, il 20% rispetto ad oggi. Una razionalizzazione che il programma operativo straordinario per la sanità molisana motiva con l’adeguamento agli standard nazionali (3,7 posti ogni mille abitanti, adesso il Molise è ad una media di 4,03) e con la necessità di recuperare sui ricoveri troppo lunghi. Nell’analisi del ministero della Salute ci sono 143 giornate di degenza in eccesso per mille abitanti in Molise. Posti usati male. Che, quindi, evidentemente non servono al bisogno di salute dei molisani. Così dai 1.269 accreditati oggi si scenderà a 985 posti letto in totale. Le unità operative complesse scenderanno da 117 a 58. I distretti da 7 a 3.
A pagare il conto gli ospedali minori che diverranno strutture territoriali (Vietri e Ss Rosario) e non avranno più posti letto per acuti ma è soprattutto su Campobasso che si registra una contrazione. Al momento il Cardarelli e la Fondazione Giovanni Paolo II, messi insieme, arrivano a circa 470 posti letto. L’ospedale unico – descritto abbastanza nel dettaglio nella sintesi dei piani operativi inviata dal governatore ai consiglieri regionali, cui illustrerà oggi pomeriggio in Aula il documento – avrà 307 posti ordinari e 30 di day hospital. Coabitazione, compresenza, più che altro integrazione. Il Cardarelli sarà trasferito nella struttura occupata solo parzialmente dalla Fondazione, finanziata in gran parte con investimenti pubblici e che il centro è disponibile a concedere in comodato per 99 anni. Per mettere in sicurezza l’ospedale di Tappino servirebbero 70 milioni. Risparmio notevole, è la linea del governatore Paolo Frattura e dei vertici della sanità, quello che deriva dalla coabitazione. Va da sé che sarà necessario regolare i rispettivi rapporti e definire chi fa cosa. Zero doppioni, è l’intento. Per cui alla Fondazione saranno accreditati i reparti di Cardiologia, Cardiochirurgia, Oncologia e alcuni posti di Chirurgia oncologica, oltre alla Terapia intensiva e alla Riabilitazione. La Chirurgia vascolare è invece prevista, nel prospetto dei piani operativi, al Cardarelli (in funzione di hub regionale) con sei posti letto.
Sempre il Cardarelli perde i 12 posti di Neurochirurgia e li riguadagna in Neurologia. Un dato da approfondire perché al capitolo della ‘rete di emergenza’ i piani spiegano che Campobasso sarà hub – centro di riferimento cioè – per i traumi conservando, fra le altre, le competenze di neurochirurgia “in collegamento funzionale con Neuromed”. Elemento segnalato anche nella descrizione della rete dell’ictus a regime, quando sarà necessario definire accordi intra-regionali per stabilire volume, peso e ruolo dei posti di neurologia e neurochirurgia dell’Irccs di Pozzilli “funzionalmente collegati con l’hub di Campobasso”.
L’ospedale unico del capoluogo è qualificato Dea di I livello anche se conserva discipline che caratterizzano Dea di livello superiore perché indispensabili all’assistenza nei casi in cui il tempo di intervento fa la differenza, è vitale in tutti i sensi (infarto e ictus). Veneziale e San Timoteo sono gli spoke, i rami delle reti tempo-dipendenti, e sedi di Pronto soccorso. Il primo passa da 139 a 176 posti letto (una quarantina sono di riabilitazione e lungodegenza che nel prospetto della dotazione attuale non risultano), il secondo da 190 a 201. Il Caracciolo, presidio di zona disagiata, sarà dotato di un servizio di emergenza presidiato da personale in turnazione da Isernia e di 20 posti di Medicina generale collegata e integrata con Campobasso. Ss Rosario e Vietri saranno riconvertiti in strutture territoriali gestite e organizzate dai distretti di competenza. Per la chirurgia toracica, quella pediatrica, maxillo-facciale, i centri ustioni e le patologie ematologiche – discipline ad elevata specializzazione che per il decreto Balduzzi non sono compatibili con un bacino di utenza inferiore a 500.000/1.000.000 di abitanti – si prevedono accordi extraregionali.
Infine, novità anche per la riorganizzazione della rete di emergenza 118: centrale operativa a Campobasso, 16 postazioni territoriali e servizio di elisoccorso fornito in convenzione dall’Abruzzo.