Un timing convinto ma pure di necessità, perché il Molise non può aspettare e perché dal punto di vista dei nodi interni legati ai due assessorati che non hanno un titolare le sembra “non ci siano più impedimenti”. Poi, Micaela Fanelli raccoglie lo spunto che arriva dalla riunione di SinistraDem per rilanciare un appello a ‘starci’: nel confronto e nelle decisioni del Pd. Sul tavolo c’è la direzione regionale da completare coi nomi della minoranza. C’è pure, tema che lei stessa ha lanciato a Isernia durante l’assemblea, l’allargamento della segreteria. Torna sui contenuti, in questa intervista però, perché siano il terreno di discussione anche della conclusione di quell’assemblea e punti nell’agenda di chi rappresenta il partito nelle istituzioni.
La seconda parte del giro di boa – due assessori da rimpiazzare – a che punto è?
“I miei sono stimoli, lo premetto. È il presidente che decide. Ma credo ci siano punti certi. Intanto, l’assessore alle Attività produttive prima possibile, penso non ci siano più impedimenti. Credo che ci sia bisogno di una nomina tempestiva e mi pare che anche il governatore Frattura sia di questo avviso. Seconda cosa: ritengo che la stessa quadra si possa trovare per l’assessorato al Lavoro dove, ribadisco, Petraroia deve continuare il percorso che ha iniziato e sta portando avanti. Sarà fuori dal Molise per qualche giorno, per cose serie e personali. Rientrato Michele, penso potremo concludere la discussione in assemblea con la riunione che si farà a Termoli. Orientativamente il 30 gennaio o il 6 febbraio. Ne parlerò con Laura Venittelli, insieme decideremo una data”.
Punta sul rientro di Petraroia nell’esecutivo. Nei rumors lei era in lizza per il suo posto…
“Io resto al mio posto, con spirito di servizio. Michele ha rimesso il mandato a 360 gradi, con onestà. E ha rilasciato dichiarazioni che aprivano ad uno spazio per l’area renziana. Ne abbiamo parlato a quattr’occhi, anche di un coinvolgimento della mia persona. Gli ho risposto come ho fatto pubblicamente: rinnovandogli fiducia e invitandolo a tornare sui suoi passi. Non ho problemi a dirlo: non è che non mi piacerebbe fare l’assessore, misurarmi con l’azione amministrativa. Oggi però non penso sia il caso, sono stata eletta segretario del Pd, credo si debba mantenere un assetto politico più ampio nella rappresentanza e al contempo una guida ferma per il partito. Sarà il presidente della giunta a decidere. Io confermo: Petraroia al Lavoro e per le Attività produttive un ragionamento di squadra e territoriale, non correntista. Come dire? Michele, Carlo: fate voi…”.
A proposito di Pd e guida forte: la direzione è bloccata, la minoranza non ha dato i suoi nomi.
“Guardi, io sono grata a chi alimenta il confronto con posizioni diverse dalle mie. Non condivido che non si discuta dentro il partito. E la direzione è l’organo principale in cui confrontarsi e trovare sintesi. Invito di nuovo, e lo farò formalmente, a far parte degli organismi. In questo solco colgo e segnalo il dialogo costruttivo con SinistraDem, in segreteria abbiamo approvato il documento che la componente ha presentato in assemblea (propone un coordinamento fra partito ed eletti, dal Parlamento alle amministrazioni comunali, ndr). Sempre in questo solco rinnoviamo l’invito a starci, a fare i nomi per la direzione. Dopo di che bisogna andare avanti. Necessariamente con chi ci sta. L’agenda delle cose da fare è piena. E l’esperienza dimostra che sulle scelte e le battaglie concrete siamo meno divisi di quello che appare”.
Cose da fare, lei ritiene siano passate in secondo piano nel dibattito che è seguito al ‘primo tempo’ dell’assemblea.
“E le voglio riaffermare. Abbiamo un’agenda per i due assessori da nominare. Priorità per le Attività produttive: i bandi per l’innovazione e la ricerca, le misure per il credito e l’internazionalizzazione, un utilizzo diverso della sede di Bruxelles. E poi la legge sui consorzi industriali che deve arrivare fino in fondo. Per le Politiche occupazionali, partire subito coi bandi per i giovani; ci sono risorse aggiuntive: aumentiamo la dotazione per il fondo di inclusione sociale, oggi di un milione. Ancora la questione immigrati, per cui siamo contro la chiusura di Schengen. In Molise l’accoglienza dà lavoro a 500 persone, 500 molisani, i migranti ospitati sono circa 1.600. L’Europa è l’europeismo ci sono nella nostra azione politica che in regione non può prescindere dalle iniziative per le aree interne”.
Temi molto concreti per voi politici sono anche quelli delle riforme.
“Intanto sul referendum per la riforma costituzionale partiremo subito coi comitati a favore. Quanto alla macroregione, io sono d’accordo, e l’ho detto nella relazione a Isernia, in due step. Per ora a Costituzione invariata, con gli strumenti che essa mette a disposizione. Poi discutendo e accompagnando, non subendo, un processo riformatore e in nessun caso smembrando il territorio del Molise. Ancora, sul tavolo c’è tutta la partita della legge elettorale per la Regione…”.
La minoranza boccia la sua proposta di eliminazione del voto disgiunto.
“Si è parlato di quello sottacendo altri elementi per me qualificanti e innovativi. Eliminazione del listino e del voto incrociato, certo. Si discute sui collegi, per la segreteria non meno di due (Campobasso e Isernia). E poi quote verdi (per i giovani, ndr) e indennità meritocratica, perché c’è il tema di abbassare i costi della politica ma pure quello di valutare l’operato dei politici”.
Come la pensa sulle unioni civili?
“Sabato sarò a Isernia (ci sarà una manifestazione dell’Arcigay, ndr) con convinzione per le adozioni gay, il ddl Cirinnà deve andare avanti senza modifiche”.