Non ci sono più alibi, non c’è più tempo. Ci sono, invece, gli strumenti per intervenire: l’area di crisi, il Psr e il percorso per la firma del Masterplan per il Molise. E contatti con imprenditori, secondo quel che filtra dai piani alti della politica e di Palazzo Vitale e arriva ai sindacati.
Ai lavoratori della Gam l’omologa del concordato, che evita il fallimento della società partecipata e blinda gli ammortizzatori, non basta. “Una notizia positiva ma non risolutiva”, ha sintetizzato durante l’assemblea di ieri il segretario della Fai Cisl Raffaele De Simone. E la sintesi ha trovato tutti d’accordo. Le maestranze dell’azienda avicola di Bojano hanno approvato un documento che è un atto di accusa: ora si aspettano che il governatore Paolo Frattura dia risposte concrete o pronte a concretizzarsi nell’immediato. Oppure riprenderà la mobilitazione con presidi davanti alle sedi della Regione, per cominciare.
La preoccupazione emersa durante i lavori di ieri – cui hanno preso parte le rsu, le categorie e le confederazioni regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – riguarda la tempistica. Sono anni che si aspetta il rilancio. Nel frattempo, però, l’unica cosa certa è che l’azienda è in concordato preventivo. Per la filiera bassa (gli allevatori) ci sono i fondi del Psr, per la trasformazione gli strumenti dell’area di crisi. Ma – è il messaggio che arriva dallo stabilimento di Monteverde – bisogna lavorarci. Quanto all’area di crisi, ad esempio, i progetti dovranno essere pronti entro maggio, “altrimenti – ancora le parole di De Simone a Teleregione – sarebbe una catastrofe”. Cosa chiedono gli operai dell’azienda avicola (circa 270 in cassa integrazione straordinaria) che fino a qualche anno fa era una delle più grandi del Centro-Sud? Garanzia dei livelli occupazionali e ripresa della produzione. Lavoro, “non vogliamo più la cassa integrazione ma un progetto di rilancio vero – sempre De Simone – che al momento non c’è”. Su tutto questo si confronteranno venerdì col presidente della Regione e decideranno il da farsi. “Alibi – la chiosa del segretario generale della Cisl Giovanni Notaro – non ce ne sono più”.