I comuni che fanno parte dei nuclei industriali di Campobasso-Bojano e Isernia-Venafro, più quelli con aree Pip già insediate. Questo il perimetro entro il quale saranno concesse agevolazioni e misure straordinarie: contributi in conto capitale a chi investe (anche grandi aziende, è una delle novità) fino al 40% e anche per investimenti inferiori ad 1,5 milioni (soglia iniziale superata nell’ultimo summit al ministero dello Sviluppo economico).

Si è chiusa con indicazioni di massima, ma già abbastanza puntuali, la riunione della cabina di regia convocata dal presidente Paolo Frattura per definire col partenariato gli ultimi step prima della partenza. Entro fine mese, infatti, dovrà essere ufficializzata la mappa – nel nuovo incontro al ministero in programma per il 25 febbraio – ed entro fine marzo il tavolo nazionale definirà l’avviso per le manifestazioni di interesse a cui risponderà chi vuole venire in Molise (o rilanciare la sua attività se è già in regione) a fare impresa e creare così occupazione. Accanto alle agevolazioni legate al territorio vi sarà anche un bonus occupazionale, percepito se si assumeranno i lavoratori fuoriusciti da Gam, Ittierre e settore automotive (le tre filiere le cui gravi difficoltà hanno giustificato il riconoscimento di area di crisi complessa).

Nella sala giunta di Palazzo Vitale con Frattura, l’assessore alle Attività produttive Carlo Veneziale e quello all’Agricoltura Vittorino Facciolla, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil (Spina, Notaro e Boccardo), di Assindustria (il presidente Natale col direttore Varrone), i sindaci di Venafro, Pozzilli, Campochiaro e Bojano, il direttore d’Area Pillarella, il dirigente regionale Tocci. Per la prima volta al tavolo anche Messere del Pd. La riunione, raccontano, è stata a tratti anche brusca. Sulla definizione del perimetro si è accesa la discussione fra il governatore e Franco Spina della Cgil. “Ho chiesto che si rispettasse il patto iniziale: da Campochiaro a Venafro”, ha spiegato Spina dopo l’incontro. Ad agosto, l’esecutivo aveva abbozzato una mappa, molto estesa rispetto a quella disegnata ieri. Da Roma però hanno posto paletti insuperabili. Certo, nel decreto c’è l’indicazione della ‘localizzazione delle aziende dell’indotto’. Ma non si può strafare, su questo il Mise è stato categorico. Una mediazione, quella di ieri, che alla fine è andata anche nella direzione chiesta da Spina. “Non possiamo snaturare lo strumento che ci è stato riconosciuto”. C’è poi l’altra partita, ha aggiunto il sindacalista della Cgil, che riguarda i lavoratori. In un primo momento pareva che il bonus per la loro ricollocazione fosse concedibile solo alle realtà localizzate nell’area di crisi, adesso invece anche questa rigidità sarebbe stata superata: vale per le aziende del Molise che li riassumono. Si deve però definire un elenco, per questo ci sarà, il 24 febbraio, un incontro ad hoc con l’assessore Veneziale. È lui, ha reso noto il presidente ieri alle parti sociali, che ha la ‘delega’ per l’area di crisi. Se ne occuperà dal punto di vista operativo e, nei fatti, della responsabilità politica.

Assindustria, finito il vertice, ha espresso nel complesso soddisfazione per come la situazione sta evolvendo. “Avevamo perplessità per i paletti messi a Roma – ha spiegato il presidente Mauro Natale -. Il limite minimo di investimento (1,5 milioni, ndr) si può bypassare. È quello che auspicavamo perché era un limite troppo alto per le piccole e medie imprese della nostra realtà. Sembra si possano ampliare anche un po’ i confini. Ci sembra si siano allargate le maglie che ci sembravano troppo strette. Speriamo che ci siano manifestazioni di interesse, imprenditori pronti ad investire. Staremo attenti naturalmente – ha concluso – agli speculatori che vogliano solo approfittare dell’opportunità”.

 

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