Tolleranza zero per le condotte illecite, per chi timbra il cartellino e va a fare la spesa. Per chi usufruisce dei fondi dell’articolo 15, non realizza l’investimento e poi non restituisce i soldi. Per chi, incaricato di un pubblico servizio, intasca parte delle risorse che riscuote o gestisce per lavoro. E anche per i consiglieri regionali che usano indebitamente gli stanziamenti assegnati ai gruppi.
Tolleranza zero significa rigore. Ma pure equilibrio se si calcola che delle sentenze emesse nel 2015 solo 3 sono state appellate. E che in alcuni casi i dipendenti infedeli hanno accettato di pagare spontaneamente una somma ridotta in esecuzione dei decreti ingiuntivi.
Il presidente Michael Sciascia ha aperto ieri mattina l’anno 2016 della Corte dei conti del Molise. I numeri, bilancio dell’anno precedente da cui si riparte, dicono che nel 2015 sono state irrogate condanne per circa 4,5 milioni di euro. Se si estende l’esame al quinquennio 2011-2015 la cifra si quintuplica: 27,2 milioni. Ma accanto alla necessaria funzione sanzionatoria, la magistratura contabile ne ha messo in campo una ‘istruttiva’: collaborando con le pubbliche amministrazioni, ha indicato loro la strada da percorrere. “Non cosa fare, che resta nella discrezionalità politica, ma come farlo”, le parole di Sciascia.
La Regione Molise è l’interlocutore principale, per il ruolo e le competenze che svolge. Nel suo bilancio, che presenta una grave situazione finanziaria, la sanità resta ancora un peso serissimo. Ma, ha rilevato il presidente della Corte di via Garibaldi, presenta per il 2014 un disavanzo netto di 38,7 milioni contro quello di 70,4 del 2013. E nel 2015 la cifra scende ancora: 25,3 milioni. Un andamento “determinato principalmente dalla diminuzione dei costi di beni e servizi”, da “una più attenta gestione delle limitate risorse disponibili da parte dei nuovi vertici dell’Asrem e della Sanità regionale” che hanno permesso di superare le inadempienze pregresse per gli anni fino al 2009 accedendo così allo sblocco dei Fas (55 milioni) e delle premialità (78,8 milioni). E, ancora, l’accesso al mutuo per 170 milioni. Il problema principale è il debito verso le aziende private. Sciascia ha sottolineato con favore l’attivazione di un tavolo di negoziazioni per il riconoscimento delle prestazioni ammissibili e la rinuncia al contenzioso, accettata dagli erogatori convenzionati, che nel caso dei due più grandi Neuromed e Cattolica incide in maniera significativa. Lento e difficile il cammino verso il rientro, ma la Corte ha certificato passi avanti.
Più carota che bastone anche sul fronte dei costi della politica. L’auspicio è sempre quello di recuperare sprechi e spostare i fondi sugli investimenti e le politiche occupazionali. La Corte ha fatto la sua parte, ha rivendicato Sciascia, rinunciando in particolare all’auto di servizio dal 1 gennaio 2015. Il Consiglio regionale “sembra aver di recente imboccato – bisogna darne atto – un percorso virtuoso”, si legge nella relazione. La diminuzione dei costi per la ‘casta’ è del 17%, 915mila euro. Sorvegliati speciali restano i soldi affidati ai gruppi. Da questo punto di vista, recenti e nette, un paio di decisioni hanno fissato la giurisprudenza della Corte sulle spese inammissibili.
“È la quarta volta – ha detto il governatore Frattura – che intervengo all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti e per la prima volta vivo la sensazione di chi, malgrado tutte le preoccupazioni, dopo un esame difficile si alza sentendosi promosso. E lo dico non a titolo personale, ma evidentemente quale rappresentante di questa Regione”. Sul fronte della legalità, ha rimarcato il profilo della trasparenza e la firma insieme all’Unimol di un protocollo ad hoc per il monitoraggio sugli atti della Regione. L’incarico è stato affidato dall’Ateneo all’ex procuratore generale di Campobasso Grigo. “Finalmente un po’ di luce in termini di gestione sanitaria di questa regione – ha aggiunto -. È vero, c’è ancora una parola disavanzo nel bilancio, però c’è un disavanzo per la prima volta programmato. I 25 milioni e 300mila euro ai quali al netto, chiaramente, delle aliquote regionali, trovano, per la prima volta, condivisione da parte delle altre Regioni. Non chiudiamo un bilancio in rosso, ma chiudiamo un bilancio che garantisce copertura grazie al contributo delle altre Regioni che, con spirito di solidarietà, ci garantiscono la copertura di quel disavanzo, in quel processo di risanamento finalizzato alla sostenibilità totale fissata al 2018”. Nel merito, “efficienza e appropriatezza delle cure sono la vera mission, non è la protesta che ci fermerà”. Come pure ha rivendicato, in tema di partecipate, le scelte anche impopolari e il raggiungimento dell’omologa del concordato Gam. E il taglio di 11 milioni operato per la spending review.