Se per Micaela Fanelli è “una nemesi storica che si tradurrà in un tonfo elettorale” per Tiziana Magnacca una battuta “dettata dalla contingenza del clima elettorale a Roma”, una battuta che comunque “non gli fa onore”.

La prima: sindaco di Riccia, segretario del Pd Molise, diventata mamma tre anni e mezzo fa di due gemelli, durante il suo primo mandato. La seconda guida la città di San Salvo, è stata fino ad un anno fa coordinatore provinciale di Forza Italia, aspetta un bimbo (o una bimba, non ha voluto saperlo) che nascerà a maggio. Il tema di questa doppia chiacchierata è la dichiarazione di Silvio Berlusconi: “Fare il sindaco di Roma significa stare 14 ore in ufficio. Io non credo che possa essere una scelta giusta per Meloni (candidato sindaco a Roma, ndr) dedicarsi a una funzione difficile e impegnativa”.

“Certo che il sindaco è un mestiere per mamme – sgombra il campo Fanelli -, richiede sforzi aggiuntivi se hai figli ma si possono affrontare con una famiglia intelligente e collaboratori generosi. Le donne che stanno in politica hanno già superato pregiudizi a monte. Se sei anche madre questa energia esplode, diventi doppiamente determinata, più reattiva e forte”. Essere diventata mamma, racconta, ha aumentato la sua sensibilità. “Le classi primavera, gli aiuti alle fasce deboli, i progetti nel sociale. Se sei mamma capisci meglio una comunità che invecchia e non procrea. Ho una nuova percezione delle esigenze sociali, anche dei pericoli. Queste cose un uomo le deve imparare, per noi sono istintive”. Durante la sua gravidanza ci furono “comizi, interventi in cui parlavo più piano della mia solita mitraglia”. Nelle settimane più delicate in cui dovette restare a riposo, i suoi collaboratori la raggiungevano a casa. “Ma avevo una forte carica aggiuntiva in termini di energia e quando sono nati i miei figli mi sono fermata solo una settimana. Ci fu a stretto giro la campagna elettorale in Calabria (alle politiche del 2013 era candidata al Senato, ndr) e loro avevano solo sei mesi. Fu molto brava la mia famiglia, mi capitò di stare fuori qualche giorno. Oggi diciamo che mi dà più problemi il partito dei miei due gemelli…”. Grazie a questo episodio, le è diventata simpatica la Meloni. “Non avevo mai condiviso le battaglie che ha portato avanti, ora le dico in bocca al lupo. Tifando per Giachetti, ovviamente. Credo che andremo al ballottaggio con M5S ma queste uscite ci hanno rimesso in carreggiata. Ritengo, soprattutto, vadano distrutti gli stereotipi berlusconiani, anche se la comunità è molto più avanti di qualche psuedo maschilista. La presa di posizione di una conservatrice in questo aiuta”. Rivendica, infine, che il “governo Renzi sta facendo quel che non si è mai fatto, mai tanta partecipazione femminile, la doppia preferenza, le donne in Europa, al governo. Io ho fatto le mie battaglie senza le quote rosa, ma il caso Meloni dimostra che l’eguaglianza sostanziale ancora non c’è e allora le quote servono. Dal punto di vista politico è la fine di Berlusconi. E non a caso è successo con una donna che si è fatta sa sé”.

Fanelli

Non solo l’uscita dell’ex Cavaliere ma il dibattito che ne è seguito: indici, per Tiziana Magnacca, che il Paese è indietro su questi temi. In Italia, spiega, “parliamo di diritti alle coppie omosessuali, di utero in affitto e tuttora discutiamo se una donna incinta possa fare il sindaco”. Il ministro della Difesa del governo Zapatero, Carme Chacón, andò in Afghanistan, Libano e Kosovo poche settimane prima della nascita del figlio. “Che diritti civili garantiamo – aggiunge ricordando l’esempio spagnolo – se siamo fermi a questo?”. Avvocato, multitasking non solo in quanto donna ma pure perché libero professionista, la Magnacca aspetta il suo primo figlio. “È stata una gravidanza attesa, cercata, molto desiderata. Sono credente e la considero un dono del Signore, figuriamoci se mi permetto di sottovalutarla. So che ci saranno dei problemi, ma con una buona organizzazione li risolverò”. Ruolo chiave ai collaboratori e alla famiglia, suo marito in primis. “Io ritengo necessario un diverso approccio alla genitorialità. Non è detto che il pannolino debba cambiarlo la mamma e non il papà. Farò squadra con il mio bambino e mio marito: con un ottimo staff a casa e un ottimo staff al lavoro si riesce benissimo”. Vuole che la sua, e quella di altre mamme sindaco, sia una testimonianza di vita rivolta alle giovani donne perché non si facciano sorprendere dal dilemma maternità o lavoro. “Si possono fare entrambe le cose. E per chi si occupa di politica la maternità è uno stimolo ulteriore per mettersi al servizio degli altri, impegnarsi per rendere migliore la propria città”. Convintamente in Forza Italia, non si aspettava le parole di Berlusconi. “È stato fra i primi a promuovere il ruolo delle donne in politica, con giovani donne come Carfagna e la stessa Meloni da lui nominate ministri”. Che dietro ci siano altri motivi, meno maschilisti? Comunque, ammette, non gli fa onore.

Un Commento

  1. lone wolf scrive:

    ….signora Fanelli.., mi consenta. Un conto è amministrare un paesino come….Riccia(?),da mamma che ha appena partorito,un conto è amministrare Roma, la Capitale d’Italia, con tutti i suoi problemi. Non è questione di donne o di uomini…….Occorre gente presente, non che …..”allatta”!!Ha perso un’altra occasione per stare zitta….

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