A Isernia il centrosinistra ha pagato i propri errori. Una “sconfitta che richiede giusta analisi e approfondimento”. Come Renzi riconosce il dato negativo a livello nazionale, Paolo Frattura affronta anche il nodo ‘Agnone’. Per il resto, il governatore ritiene che il ‘mid term’ abbia premiato proposte amministrative di qualità: “Nel resto del Molise abbiamo stravinto”.
Presidente, ha sentito Rita Formichelli?
“Sì, l’ho sentita e sono molto dispiaciuto che non sia andata al ballottaggio”.
Isernia ha scelto il centrodestra. Perché il centrosinistra è stato punito?
“A queste elezioni la coalizione è arrivata dopo aver commesso un errore gravissimo: aver cioè sfiduciato un’amministrazione dopo solo due anni di governo. E già dopo la vittoria di Ugo De Vivo per l’anatra zoppa il Consiglio era stato sciolto. Si è tornati di nuovo alle urne. Il centrosinistra ha fatto le primarie. E i cittadini hanno scelto il candidato. Qualcuno si è chiamato fuori, ma la responsabilità non è di chi ha vinto le consultazioni. Piuttosto di chi si è chiamato fuori. Io non avevo un candidato alle primarie, ho apprezzato la scelta degli isernini. La campagna elettorale che ne è seguita per il centrosinistra è stata devastante. Qualcuno (Tedeschi, ndr) ha spacciato la propria proposta come di centrosinistra, ma allora cosa c’entrava l’appoggio del senatore Di Giacomo? L’unica proposta di centrosinistra è stata evidentemente inquinata da chi ha giocato in realtà a fare gli affari suoi”.
Non aveva un candidato alle primarie ma ne aveva uno prima…
“Come a Bojano con Di Biase avevo avanzato il profilo di un candidato vincente. Di Biase a Bojano è sceso in campo e ha vinto. A Isernia, non vedendo chiarezza ma anzi le frizioni nel Pd, il dottore Gagliardi si è ritirato. Allora, per tornare alla sua domanda, le responsabilità del centrosinistra ci sono tutte. Ma ve ne sono di addebitabili anche a chi col centrosinistra non c’entra più nulla”.
Senta, però lei a Isernia non è mai andato mai.
“Evidentemente, anziché comprendere il valore del confronto si è preferito altro tipo di campagna elettorale. È prevalsa la logica per cui qualcuno avrebbe potuto strumentalizzare la mia presenza”.
Per il riordino della sanità? E non pensa che pure ad Agnone possa aver inciso la riforma che sta cominciando proprio in queste settimane ad attuare?
“Non mi sarei sottratto dallo spiegare le ragioni della nostra riforma ai cittadini. Ad Agnone devo prendere atto che, seppure per una manciata di voti, non è stato confermato il governo che abbiamo appoggiato e con cui abbiamo lavorato in maniera positiva. C’è di sicuro un’analisi da fare. Quanto al tema della sanità, ho apprezzato le dichiarazioni del neo sindaco: Agnone è tante cose, non solo l’ospedale”.
Tornando a Isernia, al secondo turno se la giocano d’Apollonio, candidato di Iorio, e Melogli sotto le insegne, tra le altre, di Forza Italia.
“Guardi, io sono convinto che il generale d’Apollonio senza Iorio sarebbe andato molto meglio perché avrebbe rappresentato la discontinuità. Con lui invece vuole riportare indietro la città. E se il modello vincente è quello di Iorio, sono ancora più convinto che si debba andare avanti spediti. Detto questo, Iorio è stato lo sponsor di un candidato. Per il secondo turno sarei stato impegnato se fosse in campo Rita Formichelli. Non lo è e io non faccio la guerra contro qualcuno. Tra chi guarda indietro e chi da questa proposta politica ha preso le distanze, da amministratore preferirei confrontarmi di più con il secondo. Ma vivo a Campobasso e in questa partita non gioco”.
Il senatore Di Giacomo ha detto che da Isernia è le arrivato l’avviso di sfratto, chiede le sue dimissioni e il ritorno alle urne.
“È confuso assai. Si dimetta da senatore considerando che malgrado gli inciuci non è riuscito a presentare una lista a Isernia. Il centrosinistra sa fare autocritica e si assume le responsabilità. Il mandato lo abbiamo ricevuto dagli elettori, lui è stato nominato e per di più era in panchina. Se non ci fosse stata una legge, sarebbe ancora lì. Alla fine del nostro mandato sceglieranno i cittadini, non i panchinari del Senato che nella propria vita sono stati sempre nominati e mai eletti”.
A Bojano vittoria piena.
“Non solo lì. Nel resto del Molise il centrosinistra ha vinto con proposte civiche, squadre e sindaci di qualità. A Bojano poi erano tutti amorevolmente insieme, chi più elegantemente chi meno”.
I suoi avversari?
“Sì. Ha vinto Marco Di Biase e una proposta politica seria”.
Non ha vinto lei?
“Ha vinto Di Biase e la sua proposta…”
Ma non legge quel dato come un via libera anche per lei? Di Biase era il ‘suo’ candidato…
“Le scelte del mio governo, le nostre scelte, saranno valutate a fine legislatura. I bojanesi hanno premiato una proposta e il racconto che di questa è stato fatto in maniera chiara in campagna elettorale. Di questo sono contento”.
Proiettandoci alle regionali, se Isernia può essere la ripartenza per Iorio Bojano può diventare la chiave di volta per lei?
“Iorio intanto deve ‘ripartire’. Io continuo. Ma Bojano e il Matese saranno la chiave di volta se le cose per cui Di Biase si è impegnato e la Regione lo sta facendo da tre anni avranno un riscontro. Se riparte la filiera avicola, se il 14 giugno arriveranno offerte, sarà merito di Iorio, Di Giacomo, Romano o di chi ci sta buttando il sangue? Di chi ha fatto chiarezza su una realtà iper fallita o di chi l’ha portata al fallimento sperperando denaro pubblico? O di chi non ha fatto altro che denunciare i suoi attuali alleati politici?”.
Era una sfida nella sfida quella con Massimo Romano, allora.
“La sfida con Romano per me era tre anni fa. E la scelta dei molisani fu chiara. Oggi per me Romano è un candidato sconfitto. Evidentemente quel modo non è vincente: non lo è stato a Campobasso, alla Regione e a Bojano. Ma è un problema suo. Con Di Biase ha vinto un metodo e ha vinto una proposta. Sarò al suo fianco per concretizzare gli impegni a partire dalla Gam. Siamo abituati a dati e date certe. Come per l’area di crisi. Sempre quel senatore andava dicendo che non sarebbe stata approvata…”.