“Il reparto di Pediatria inaugurato a Larino in tutta fretta alla vigilia delle elezioni regionali potrebbe essere l’ennesimo sperpero di denaro pubblico nel settore dei servizi sanitari”. A sostenerlo è il consigliere regionale Filippo Monaco, che oggi ha presentato un’interrogazione al presidente Iorio, per aver lumi in merito ad un accordo che – secondo il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia e Libertà – non sembra offrire vantaggi per la sanità pubblica.

“L’ospedale Pediatrico Bambino Gesù con sede a Roma, sicuramente un polo d’eccellenza per la cura dei piccoli pazienti, ha sottoscritto un anno fa una convenzione con l’ASReM per dar vita ad un reparto di primo livello presso la struttura sanitaria di Campobasso con sede a Larino” – ha spiegato Monaco. “In base a tale accordo l’Azienda Sanitaria sostiene i costi di gestione e personale, che ammontano a 1.500.000 euro, mentre il Bambino Gesù mette a disposizione tre dipendenti fissi a Larino (responsabile, capoinfermiera e amministrativo), nonché le équipe che verranno da Roma quando necessario, sempre a carico delle finanze pubbliche. Il resto del personale sarà reperito fra i dipendenti dell’ASReM in mobilità volontaria e continueranno ad essere pagati dall’Azienda sanitaria pubblica. Il tutto – ha tuonato il consigliere di Sel – mentre in Pediatria a Termoli non si riesce a ingaggiare un pediatra neanche telefonando direttamente a casa sua!”

“Lo sperpero di denaro pubblico è ormai un problema cancrenoso per l’amministrazione regionale e non si riesce ancora a trovare la cura adatta (commissari, sub commissari …), ma questa vicenda fa nascere persino dubbi di costituzionalità” ha aggiunto. “Nella stessa convenzione, infatti, si prevede che i bambini che necessitano di cure particolari non possibili in Molise (perché la stessa struttura del Bambino Gesù non è altro che un reparto di primo livello) potranno essere autorizzati al trasferimento fuori regione solo previa visita presso il Centro di Larino e quindi trasferiti, eventualmente, presso la sede capitolina. In pratica si va a ledere il principio per cui un paziente può scegliere da chi e come farsi curare”.

“Tale scelta – ha continuato – non corrisponde neanche alla volontà di diminuire i cosiddetti viaggi della speranza perché comunque, se il bambino necessita di un ricovero presso un reparto di II o III livello, dovrà arrivare a Roma (e solo al Bambino Gesù). Non è detto neanche che aumenti l’arrivo di pazienti dalle regioni limitrofe, come ipocritamente asserito nell’accordo, perché Centri pediatrici dotati di strutture avanzate sono attivi a San Giovanni Rotondo e a Chieti, tanto per fermarci nelle vicinanze, e non si vede il motivo per cui i pugliesi o gli abruzzesi dovrebbero venire fino a Larino per poi trasferirsi, malauguratamente, a Roma. E perché non lasciare la libertà ai genitori molisani di trasferire i bambini malati in posti più vicini, senza doversi, eventualmente sobbarcare i costi di una trasferta a Roma?” – ha concluso Monaco.

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