“A fronte di una decisione grave quale quella assunta monocraticamente dal presidente del Consiglio regionale di rinviare la seduta in programma oggi, per motivi di ordine pubblico, segnalo il rischio che per ogni futura mobilitazione di amministratori, sindacati, imprese e cittadini, sussista il precedente che il Consiglio regionale possa e debba fermare la propria attività per salvaguardare la pubblica sicurezza e l’incolumità delle persone”. Lo ha detto il consigliere regionale Michele Petraroia, aggiungendo: “i poteri di convocazione del Consiglio regionale del Molise chiamano in causa le prerogative del presidente del Consiglio, dell’Ufficio di Presidenza e della Conferenza dei capigruppo. Aver preso una decisione istituzionale senza aver sentito l’Ufficio di Presidenza e la Conferenza dei capigruppo ha violato il disposto statutario e le norme regolamentari vigenti, lasciando trasparire una sostanziale inutilità di tali organi, non coinvolti nemmeno nell’incontro preliminare con i sindaci dell’area del cratere tenutosi il 12 marzo 2012”.

“Respingo con fermezza una tale modalità di gestione di un organo assembleare” – ha continuato. “Esprimo solidarietà all’Ufficio di Presidenza e alla Conferenza dei Capigruppo e denuncio il maldestro tentativo di avallare l’esautoramento del Consiglio regionale del Molise dalla trattazione di una materia di indirizzo e pianificazione che gli compete per attribuzione di legge. Lo stato di criticità è scaduto a fine 2011 e, da tale data, non c’è più un commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma e l’intera materia deva tornare all’ordinamento amministrativo, istituzionale, legislativo e burocratico ordinario. Spetta pertanto al Consiglio regionale accertare i fatti, sentire la Giunta, i comuni, le forze sociali ed il partenariato, istruire ed adottare provvedimenti tesi alla risoluzione di una questione rilevante per la propria economia locale. E’ dovere del Consiglio Regionale accertare gli impedimenti burocratici che precludono la proroga dello stato di criticità o l’individuazione di una diversa soluzione ordinaria in grado di non bloccare la ricostruzione post-sisma” – ha precisato. “E se tra gli ostacoli frapposti a livello centrale c’è la richiesta di una drastica contrazione delle spese della struttura tecnica, compete al Consiglio individuare le linee di indirizzo per risparmiare sui costi senza penalizzare i comuni con classi A o opere pubbliche essenziali da ricostruire, a vantaggio di apparati burocratici o di località scarsamente toccate dal sisma del 31.10.2002. Non può passare la tesi che il principale organo istituzionale del Molise non ha titolo, volontà o disponibilità ad occuparsi della questione” – ha concluso.

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