Il Consigliere regionale di maggioranza Antonio d’Aimmo è intervenuto sulla vicenda Cosib, schierandosi dalla parte del sindaco di Termoli Di Brino. “Un presidente non può non essere espressione di tutti. Non si può escludere l’azionista di riferimento”.
“Nella vituperata Prima Repubblica, a livello nazionale, si era pensato ai Consorzi Industriali come a strutture specializzate che con il contributo di varie figure realizzassero crescita e nuovo sviluppo sui territorio in cui incidevano. Quella classe politica a tal fine si pregiava di individuare nei vertici di queste strutture personalità rappresentative e autorevoli che potessero dare impulso agli ambiziosi obiettivi delle stesse, cercando di coinvolgere tutte le istituzioni e le forze sociali presenti e operanti su quella data area geografica. Così ovviamente fu per il Cosib di Termoli che nato con decreto del Presidente della Repubblica del 1967 (solo due consorzi in Italia furono creati con decreto del Presidente della Repubblica, gli altri sono nati dopo con altri precorsi istituzionali), impegnò personalità e professionalità rilevanti ottenendo grandi successi in termini di attrazione di imprese e di crescita delle stesse”.
“A tal fine – ha continuato – i vertici del Consorzio venivano indicati previa una corale condivisione e ampia discussione da parte di tutti i componenti dell’ente. Il principio guida in poche parole era: se il presidente doveva rappresentare tutti, il presidente doveva essere possibilmente espressione di tutti. Questo modus operandi si è ripetuto per la gran parte della vita di questo ente. L’ultima elezione del presidente del Cosib pare sfuggire in modo eclatante a questa impostazione di condivisione e di coralità. Una parte dei soci si è contrapposta ad un’altra, giungendo ad un’elezione di maggioranza e costituendo nell’ente, di fatto, una minoranza che, guarda caso, rappresenta territorialmente la quasi totalità del Consorzio stesso”.
“Mi auguro – ha aggiunto – che queste forzature realizzate non intralcino il percorso del Consorzio che proprio in questo momento è chiamato a svolgere un ruolo ancor più importante per il futuro economico del Molise. Non abbiamo bisogno di ulteriori divisioni, non abbiamo bisogno di contrapposizioni sui nominativi dei vertici, non abbiamo bisogno di rappresentanze parziali del territorio. Abbiamo invece necessità di confrontarci sui problemi veri delle aziende e del Basso Molise, abbiamo quindi bisogno di vertici che per godere della giusta autorevolezza debbono poter contare sulla rappresentanza del maggior numero possibile di soci e di tutta l’area in cui si trova lavora il Consorzio. Solo così potremo dire di aver dato impulso ad una buona politica industriale; solo così potremo essere capiti dalla gente e da coloro i quali quotidianamente debbono affrontare il mercato e le sue problematiche. Occorre unità e non divisione, occorre discussione, decisione e azione concreta nell’ambito di un dialogo che coinvolga tutti e renda tutti responsabili del futuro economico-produttivo del basso Molise e dell’intera regione. Mi auguro che prevalga il buon senso e con esso la buona politica”.
“Capisco – ha concluso – alla luce di quanto espresso l’amarezza e la delusione del sindaco di Termoli Antonio Di Brino che vede la sua città e il proprio territorio non rappresentato in seno ad un ente di cui è ‘azionista di riferimento’. E comprendo anche la sua decisione, tuttavia mi auguro si trovino i margini per un graduale ricomposizione di un assetto che possa essere da tutti accettato e capace di rendere ognuno impegnato in un ruolo di rilievo”.