A sinistra del Pd c’è lo spazio per una sola lista di sinistra. Una mission impossibile che – al di là degli enunciati – fatica a prendere forma. Stavolta gli equilibri nazionali incideranno su quelli regionali, anche perché la legislatura terminerà in contemporanea sia a Montecitorio che a Palazzo D’Aimmo.
Nelle prossime ore l’ex sindaco di Milano incontrerà Roberto Speranza, tra i fondatori di Mdp oltre che amico dell’onorevole di Fornelli Danilo Leva che l’ha seguito in questa avventura. In agenda c’è la costituzione della cabina di regia, una sorta di direttivo che dovrà guidare l’avvio di ‘Insieme’, la nuova insegna tenuta a battesimo lo scorso primo luglio a Roma. Ma il vero nodo restano i rapporti che questo soggetto politico dovrà tenere con il governo Gentiloni e col Pd, ma anche con la sinistra radicale compresa la formazione degli ex vedoliani. Mettere d’accordo i dalemiani che aprono a sinistra con il veto di Pisapia che taglia fuori Sinistra Italiana non sarà un gioco da ragazzi.
Anche in Molise nell’altro centrosinistra, quello che si dichiara alternativo al governo Frattura, cominciano a sorgere le prime frizioni. «Di confusione a sinistra del Pd» parlano apertamente i Socialisti in Movimento che fanno capo a livello nazionale all’ex onorevole Angelo Sollazzo e in Molise all’ex assessore provinciale Carmine Trematerra.
«Notizie frammentarie giungono dal Molise – dice Angelo Sollazzo, coordinatore nazionale – sulla possibilità di trovare un accordo per una lista unitaria della sinistra per le prossime elezioni regionali. Troppi galli a cantare per una operazione che, invece, ha bisogno della massima umiltà ed unità». Nessuna riferimento esplicito all’ex vicepresidente della Regione, ma Petraroia è l’unico che da giorni invia comunicati, richieste, appelli, suggerimenti. L’ultima nota in ordine di tempo quella di lunedì in cui chiede ai ricostruttori dell’Ulivo 2.0 (Ruta & C.) di costituire in Molise un gruppo di coordinamento permanente del quarto polo, allargato alla partecipazione dei movimenti e dei partiti interessati ad offrire il proprio contributo programmatico. Una fuga in avanti subito stroncata dai socialisti non governativi: «Nessuno può permettersi di considerarsi indispensabile e portatore della verità assoluta. I socialisti non saranno disponibili a partecipare ad ammucchiate confuse e a subire atti di furbizia da parte di coloro che non sono stati investiti del ruolo di primi della classe. Pari dignità, decisioni discusse e condivise, individuazione comune del candidato presidente e non scelte dall’alto. Gli errori del passato dovrebbero servire a qualcosa».
In vista delle prossime importanti scadenze elettorali, i Socialisti in Movimento «ribadiscono la loro chiara collocazione a sinistra» e alle forze della stessa provenienza (Sinistra Italiana?) – suggeriscono – di trovare prima una comune posizione per evitare che il centro-sinistra sia ancora una volta più centro e meno sinistra.
«Nelle penultime elezioni regionali i socialisti si presentarono nella sola provincia di Campobasso raggiungendo il 7,1%, percentuale che potrebbe essere determinante in una corsa a tre coalizioni. Disponibilità non significa acquiescenza a soluzioni preconfezionate. Chi pensa ciò deve dimenticare l’appoggio dei socialisti. Siamo contrari a ripetere l’esperienza dell’Ulivo che fu fallimentare, mentre lavoreremo – conclude Sollazzo – con tutte le forze della sinistra per una lista unitaria che possa sconfiggere il tramontante renzismo».

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