Vincenzo Musacchio, direttore della scuola di legalità intitolata a don Peppe Diana e responsabile dell’Osservatorio regionale antimafia, piace ai grillini. Tanto che alcuni di loro, «un nutrito gruppo di attivisti» dice il prof, gli hanno proposto di candidarsi alla carica di governatore.
Se degli schieramenti tradizionali sui giornali finisce tutto – ambizioni, guerre e riappacificazioni oltre alle indiscrezioni sui papabili competitor per il 2018 – il mondo M5S è da sempre più impermeabile. Anche in Molise, al di là di fisiologici accenni di correnti, poco o nulla trapela.
Senza precedenti, dunque, l’operazione trasparenza di Musacchio. Che è pure il primo nome alternativo (comunque diverso) a quelli dei già noti portavoce. È lui a ‘vuotare il sacco’. La proposta gli è arrivata, spiega, nei giorni scorsi. «Come è logico che sia l’invito mi lusinga e potrei anche essere “disponibile”, a patto che la mia persona “fosse condivisa e rappresentasse un elemento di unione del Movimento molisano”. Ritengo che si debba comunque – a prescindere dalla mia presenza – agire presto e uniti in un momento di estrema spaccatura del quadro politico regionale. L’incapacità di rispondere ai problemi delle classi sociali più povere, il forte attaccamento ai propri privilegi; la mancanza di progettualità nel lungo periodo; l’allontanamento dei cittadini dalle scelte sul territorio sono i motivi per i quali il Movimento 5 Stelle può crescere e, con un valido progetto ad ampio raggio d’azione e il coinvolgimento di tutta la cittadinanza, potrebbe anche vincere le prossime elezioni regionali in Molise».
In maniera semplice e lineare, il prof antimafia mette in fila ragionamenti che, dal bar alle stanze istituzionali, si fanno da tempo. La conclusione è sempre la stessa: stavolta il movimento di Grillo ha una chance seria.
Per quale motivo? Ognuno ha il suo per pensarlo. «In questi anni – è il ‘motivo’ di Musacchio – chi ci ha governato non ha saputo dare risposte adeguate ai ceti più deboli, se non con la politica di tipo clientelare, né sul fronte della crisi economica, né su quello dell’immigrazione tantomeno sui temi della corruzione e delle infiltrazioni mafiose. La nostra classe politica regionale non è stata mai in grado di trovare soluzioni concrete ai problemi che affliggono il Molise. Le ricette adottate in questi anni hanno prodotto scompensi economici, sociali e ambientali drammatici. Ma poiché in politica il vuoto di idee non è consentito, ecco lo spazio di azione che si apre al Movimento 5 Stelle».
Serve, però, una strategia ad hoc per questa regione. «Il Movimento in Molise dovrà scardinare la cosiddetta “democrazia senza popolo”, incentrata sulla figura del leader dalle mani libere e andare verso la “democrazia con e del popolo” dove le scelte politiche di un territorio siano condivise dai cittadini. In Molise occorrerà incidere sui privilegi non solo tra chi svolge incarichi pubblici. La classe politica molisana è incapace di intercettare i bisogni di chi aspira a una casa, una famiglia, un futuro. La burocrazia è ferma e stantia. Occorrerà – prosegue Musacchio – un programma serio e attuabile per il quale dati i tempi stretti si è già in ritardo. Ecco se i presupposti su cui ragionare fossero questi sarei disponibile a dare una mano altrimenti continuerò a fare ciò che faccio da oltre 25 anni».
Prevenendo critiche più o meno esplicite, chiude sgombrando il campo sulle sue intenzioni: «Non cerco e non mi occorrono “poltrone” e “prebende” che non appartengono alla mia formazione culturale e politica. Mi fa piacere la proposta ma questo non significa che sia candidato in pectore. Prima il progetto e poi le persone ferme restando le regole che vigono nel Movimento 5 Stelle».