Il Pd riparte. E l’autunno pre elettorale lo affronta partendo in quarta. Micaela Fanelli, a Isernia per illustrare in conferenza stampa la due giorni di festa provinciale de l’Unità (venerdì e sabato a Montaquila), manda un messaggio inequivocabile ai cugini avversari di Mdp.
Un messaggio che sarà liquidato, dai cugini, prova muscolare. Facile prevederlo. E anche Fanelli ne sarà consapevole. Ma tira dritto: alle regionali, dice in sintesi, vogliamo allearci con voi ma basta veti anche perché siete deboli, non avete candidati.
Fin qui la traduzione giornalistica. Cosa ha detto Fanelli? Nelle scorse settimane il fondatore dell’Idv Antonio Di Pietro ha provato a fare unità dichiarandosi disponibile a candidarsi governatore a patto che il suo nome trovasse la condivisione di tutti. Quella che non trova ancora il nome di Frattura, osteggiato proprio dall’Ulivo 2.0 di cui Mdp di Danilo Leva, insieme al senatore dem Roberto Ruta, è fra i maggiori azionisti. Al ritorno sulla scena dell’ex pm di Mani pulite sono seguire dichiarazioni abbastanza esplicite dell’onorevole dalemiano: non ancora un endorsement ufficiale per non bruciarlo ma ufficioso sì a favore di Tonino. Che però poi è tornato al silenzio e al riserbo. Tranne una scarna e quasi incidentale dichiarazione a Libero per dire che non ha ravvisato le condizioni giuste e quindi ritira la sua disponibilità. Tanto basta ad accendere la sfida. E il Pd fa pesare il passo falso dei bersaniani locali.
Avevano bussato da Di Pietro ma lui «ha chiuso la porta, mi pare evidente. Avevo sentito l’onorevole Leva che lo candidava e Di Pietro ha detto: non ci tengo molto a essere il candidato di una parte così piccolina e che ha difficoltà a partire come è di tutta evidenza», è la sintesi della segretaria dem. Che poi, tranchant, aggiunge: «Non hanno candidati. Se hanno i candidati e il desiderio di metterli in campo possiamo ragionare. Senza candidature alternative a quella di Frattura non so neanche di che cosa stiamo parlando». Ribadisce la scelta, alternativa alle primarie, del «confronto e dell’ascolto, nel partito come deciso in assemblea. Abbiamo iniziato prima dell’estate, durante l’estate abbiamo fatto le feste per incontrare le persone e di questo abbiamo parlato. Quanto agli altri, sento un po’ di nomi, vedo delle conferenze stampa, vedo delle presentazioni di alcune email in giro ma non capisco ancora bene chi sono e dove vanno. Noi vogliamo andare insieme, anche con loro».
Anche sulla legge elettorale, Fanelli non le manda a dire agli avversari, interni ed esterni al Pd.
Ritiene che la riforma sia necessaria perché «abbiamo una legge risalente nel tempo». Ammette che «non è uno di quei temi che appassiona la gente, che fanno cambiare la giornata a chi ha problemi» ma oltre a risolvere i problemi una classe dirigente deve assicurare pure rappresentatività e una macchina pubblica che funziona. «Noi manteniamo fermo il principio per cui tutti i territori devono essere rappresentati a partire da Isernia e quindi serve un giusto bilanciamento di questo principio insieme agli altri». Per il Pd molisano va eliminato il listino «perché la gente deve essere votata», c’è bisogno dei «nomi sulle schede per poter dire chi è preferito e lo dice un segretario di partito: basta alle investiture dei partiti sui listini – apre il fronte Fanelli – che poi, come abbiamo visto, Francesco Totaro ha girato un po’ e poi è andato fuori dal Pd dopo essere stato eletto col Pd. Poi abbiamo un capogruppo del Pd eletto da se stesso, quindi c’è qualche problema nella rappresentanza politica, almeno quella territoriale sia forte».
D’accordo, la segretaria, sull’abrogazione del voto disgiunto perché crea «poca chiarezza rispetto al messaggio politico». Ultimo elemento qualificante della riforma, conclude Fanelli, «la doppia preferenza» che rafforzerà «la preferenza di genere e la partecipazione di una classe politica che chiede anche rinnovamento. Ci sono ottime espressioni politiche attualmente sulla scena regionale, però un buon ricambio io credo possa portare nuove energie e buone capacità anche nella qualità della proposta».

ppm

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