Novemila e 350 euro. E’ quanto hanno speso i vertici della Molise Acque per la cena aziendale di fine anno, alla quale hanno partecipato 95 dipendenti. Poco meno di cento euro a persona, per un menù più da matrimonio che da cena aziendale. “Primo, secondo, contorno, frutta, dessert e anche l’amaro, molto probabilmente quello “del capo” – commenta con ironia Salvatore Ciocca (Federazione della Sinistra), in una nota alla stampa. “E devono essersi pure divertiti parecchio, visto che hanno speso 2mila euro solo in bevande…”

Ma il vero scandalo non è questo. D’altronde ognuno è libero di fare dei propri soldi ciò che vuole. Ecco, i propri soldi. Ed è qui che casca l’asino, perché i vertici della Molise Acque hanno prima portato a pranzo fuori tutti i dipendenti e poi hanno determinato che la fattura fosse saldata con i fondi a disposizione dell’ente. Una cena, dunque, pagata dai contribuenti molisani…

Il conto è stato pagato con una determina “a sanatoria”, visto che il momento conviviale si è consumato il giorno prima dell’atto ufficiale che lo ha consentito. Il 21 dicembre 2012, con determina numero 334, il direttore generale “in accordo con il Commissario straordinario ha ritenuto di istituire un momento di incontro sociale e conviviale con tutti i dipendenti dell’azienda in occasione della festività del Natale, considerato l’impegno e la dedizione profusi nel corso dell’anno 2011”. Per questo il direttore generale, dottor Giorgio Marone, ha determinato di “impegnare, liquidare e pagare” in favore di un noto ristorante della costa molisana, “la fattura del 20 dicembre 2011 di importo pari a 9mila 350 euro, Iva inclusa, e di imputare la spesa sul capitolo 300 del bilancio di previsione 2011”.

“Non è l’unico e non sarà l’ultimo “strano caso” che vede protagonisti i vertici della Molise Acque” – tuona Ciocca. “Preannuncio che chiederò le dimissioni del direttore generale e che nelle prossime ore avanzerò l’ennesima richiesta di accesso agli atti relativamente alle assunzioni stipulate alla fine del 2011. Inoltre, chiedo ufficialmente al neo commissario straordinario, l’avvocato Michele Picciano, che all’epoca dei fatti non era ancora stato nominato al vertice dell’azienda regionale, di chiarire questa vicenda con i successivi provvedimenti del caso”.

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