Il presidente del Senato non poteva essere più chiaro. I nostri elettori sono saliti sull’Aventino dell’astensionismo, al Pdl serve un’operazione verità. “Sono perfettamente d’accordo con Renato Schifani”, rincalza il governatore molisano Michele Iorio. Lo dirà anche stamattina all’ufficio di presidenza del partito, convocato da Alfano per correre ai ripari. Ma forse davvero fra qualche settimana sarà difficile parlare ancora di Pdl e Udc, Pdl e Terzo polo.

Su cosa in particolare è in linea col presidente Schifani? “Sull’obiettivo che appare prioritario politicamente: il Pdl deve fare di tutto per aggregare un’area vasta, più ampia perfino del Terzo polo. Questo perché il Paese è in una fase difficilissima e non si può più tergiversare. Gli elettori hanno bisogno di una classe dirigente che non perda tempo in divisioni sterili. Sto in un partito, ma mi differenzio. Mi piace più Alfano piuttosto che Cicchitto, preferisco D’Alema a Veltroni. L’elettorato chiede punti di riferimento e a mio giudizio in molti li ritrovano ancora e sempre di più in un’area moderata che sappia concretizzare la prospettiva di uscita dalla crisi economica e del rilancio”. Governatore, la sua proposta va oltre il Terzo polo. Ma il Pd dove lo colloca? “Parto da una convinzione: serve una cornice d’emergenza, come fossimo in guerra. Bisogna respingere le tentazioni dei funamboli e dei demagoghi. Però nessuno, né il Pdl e né il Pd, può farcela da solo. Ritengo che, anche se a livello europeo ha una posizione diversa incardinata nella famiglia socialista alternativa a quella popolare, in Italia e anche nel Molise il partito di Bersani può trovare le ragioni per una collaborazione utile”.

È una proposta a fini elettorali? “È valida anche in caso di nuove elezioni. Più di qualche volta in Consiglio regionale ho già lanciato l’idea di lavorare insieme per uscire dalla crisi e riorganizzare le istituzioni e il sistema Molise. Varrà ancora di più questa proposta se al voto non si tornerà perché il Consiglio di Stato ribalterà il verdetto di primo grado e si potrà continuare il mandato”. La guerra a cui si riferisce è l’assedio dell’antipolitica che colpisce indifferentemente Pd e Pdl? “È per questo che il mio orizzonte si allarga e va oltre il Terzo polo…”. Fuori resterebbero Idv, Sel, la sinistra… “C’è un pericolo obiettivo, guardi. Ed è il grillismo, rispetto al quale nessuno può dire di poterlo sconfiggere o tenerne a bada gli effetti da solo”. Sogna un Molise e un’Italia ‘‘Grillo free’? “Io al grillismo preferisco lo iorismo”. Cos’è per lei lo iorismo? “Fuori dalle battute? È la capacità di privilegiare l’interesse generale”.

Lei si assolve, presidente e lo declina così lo iorismo. Però questo saper tenere tutto e tutti dentro un progetto complessivo ha esaurito la sua spinta propulsiva. Le si chiede discontinuità, presidente “Questa regione è in un momento delicatissimo, dettato anche dalle incertezze amministrative e di governo legate ai ricorsi e alla sentenza di primo grado sulle regionali. Che occorra discontinuità non c’è dubbio. Il teatrino della politica sta minando l’omogeneità del centrodestra. Entro la fine del mese di giugno convocherò tutti quelli che vogliono condividere con me un nuovo percorso. Per intenderci il mio riferimento non è solo il Consiglio regionale. Dobbiamo ragionare di una necessaria operazione anche di ricambio generazionale, perché no. E allora dobbiamo chiamare le associazioni, i cittadini, che hanno il diritto di essere ascoltati e coinvolti. Gli attori politici attuali non sono da soli rappresentativi del centrodestra, che in Molise c’è, è forte e reclama un percorso innovativo. Prima della pausa estiva, se pausa ci sarà, avvieremo questo ragionamento. Ripartirò dalla Piana dei Mulini, mettiamola così”. Inviterà anche l’assessore Vitagliano? “Non farò inviti personalizzati. Sarà un invito pubblico ad una sfida nuova. Chi deciderà di accettarla verrà”.

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