Aveva lanciato un invito alla collaborazione istituzionale Michele Iorio, ma solo due giorni dopo i suoi uomini hanno schiacciano il pulsante del game over per il sindaco De Vivo ad Isernia. E allora viene da chiedersi: perché a Isernia questa collaborazione non si è realizzata? “L’iniziativa delle dimissioni è nata dai consiglieri – ha detto il governatore – dalla sensibilità che hanno avuto soprattutto i più giovani, quelli che erano stati eletti e aspettavano di essere artefici di un impegno programmatico per la città. Mi hanno rappresentato la delusione per l’approccio che ha avuto il centrosinistra nei loro confronti: un approccio quasi sempre rivolto alla possibilità di piccoli inciuci personali, per creare le condizioni di ribaltare la maggioranza. Senza alcun incontro preventivo sulla composizione della giunta e sui programmi da realizzare”.
“Il centrosinistra ci accusa di aver fatto scempio della democrazia, ma la democrazia è fatta di decisioni che dipendono dalle maggioranze. E la maggioranza non ha ritenuto di individuare nel sindaco e nelle sue mancate proposte, nelle sue decisioni di comporre la giunta senza avere i numeri in consiglio e senza aprire una fase programmatica condivisa, un riferimento per andare avanti. Isernia avrebbe avuto di fronte a sé conflittualità e confusione. I consiglieri, quelli giovani più degli altri, non hanno fatto calcoli di convenienza e hanno detto: meglio il voto che il conflitto permanente”.
“Io non ho chiesto aiuto, né a Frattura né al centrosinistra. Ho solo offerto la possibilità di concordare punti forti di rilancio e ripresa rispetto ai quali misurarsi e, perché no, trovare condivisione. In base ai ricorsi e agli appelli, se si torna al voto al meglio che vada sarà in autunno. Fino ad allora è da irresponsabili rifiutare un’offerta del genere. Io presenterò un programma di rilancio dell’economia e per l’occupazione. Per Zuccherificio e Solagrital serve condivisione, se al centrosinistra non interessa perché pensa solo di tornare al voto noi andiamo avanti”.