Non arriverà prima dell’autunno l’udienza di merito in cui il Consiglio di Stato stabilirà se davvero il voto di ottobre è stato inquinato dalla partecipazione irregolare delle liste Udc e Molise civile e dalla partecipazione del candidato Nicola Romagnuolo (Molise civile). Iorio non ha fretta. In questo momento è in affanno e – se proprio si deve tornare alle urne – preferisce far coincidere le consultazioni regionali con quelle politiche che si terranno a primavera. Coi tempi ci siamo. Di diverso umore è senz’altro lo sfidante delle scorse consultazioni: Frattura. Lui si che ha fretta di tornare al voto. Ancora fila tutto liscio con Tonino Di Pietro, suo grande alleato. La sinistra gli è ostile e cerca una terza via, ma viaggia in ordine sparso. Perciò l’architetto, vincitore delle primarie e quasi governatore della Regione (ha perso per meno di mille preferenze) in vista di una possibile ripetizione delle elezioni cerca di non commettere errori. Intanto ha congelato il suo ingresso nel Pd: nessuna casacca per chi aspira ad essere il leader del centrosinistra e il candidato presidente nel caso in cui il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza di annullamento del Tar Molise.