Mancano sì e no 400 metri. E un cartello dice in blu: incontro con il presidente Iorio. Zigzag per il parcheggio, c’è qualche pullman e decine di auto. Si è letto molto di chi per non andare ha avuto buoni motivi. E ancora una volta la maggioranza è ‘‘silenziosa’. Eldo Fierro, ex consigliere provinciale di Trivento col Pdl, raccoglie la sorpresa del cronista. “Inaspettata questa folla? E perché?”, l’aria è di sfida.
Un migliaio di persone sul prato. Nessuna passerella, ma vale la pena notare: Sabrina De Camillis, gli assessori Fusco Perrella, Di Sandro, Chieffo, Velardi, Scasserra. C’è il capogruppo del Pdl Nicola Cavaliere, Nicola Romagnuolo, Giuseppe Sabusco. I presidenti delle due Province De Matteis e Mazzuto, la sorella Rosa, Gianni Fantozzi e Mike Matticoli. E c’è pure chi a Isernia non si è dimesso da Palazzo San Francesco, Potena per esempio, e ha sfidato l’ira del Popolo della Libertà. Adelmo Berardo defilato, Enrico Gentile è venuto per ascoltare l’amico presidente: “Nessuna mail o sms. Ho letto e ho deciso di esserci”. Seduto quasi nell’ultima fila Enzo Di Grezia. Fa capolino fra le sedie Antonino Sozio, con un gruppo di Montenero arriva anche Domenico Porfido.  Michele Picciano segue in compagnia della moglie. Sandro Arco sorveglia il nuovo corso. Sorveglia, più esperto, anche Tonino Ventresca.
Michele Iorio scrive nella pagina nuova che apre a Piana dei Mulini: prima di tutto il Molise, poi tutto il resto. Lucio Battisti canta il suo Canto libero. Ma l’entrée è sulle note del Cielo sempre più blu di Rino Gaetano. Colonna sonora del Pd qualche anno fa. Sul palco solo lui, polo celeste a mezza manica Robe di Kappa. Fa ancièn regime, diranno i critici del costume. “Ho fatto bene o no a invitarvi?”, con lo sguardo abbraccia tutti. Soddisfatto rilancia: hanno dipinto questo evento come qualcosa che mirava ad escludere, che era contro qualcuno. “Beh, io non ho voluto escludere nessuno, ma con tanta gente si può stare contro chiunque”. Si cambia, ribadisce. Parla di umiltà, di ascolto. È il primo di una serie di confronti con le persone. Disegna un discrimine che ha la sagoma dei confini molisani. “Lasciate stare i filosofi che suggeriscono di andare con altre regioni. Di Pietro fa i congressi a Vasto e predica di tornare con l’Abruzzo.  Io dico: allarghiamo i confini piuttosto, ma restiamo Molise”. Chi e come lo tutela questo Molise? Non il leader Idv che critica e contesta in Parlamento. “Io ci credo invece, insieme e grazie a voi. Tanto che sul terremoto mi sono guadagnato il rischio di dover restituire milioni di euro. Per aver ricostruito scuole e case”, è il messaggio. Agli avversari e anche ai suoi: “Intendiamoci, da questa priorità dipende anche la mia appartenenza al Pdl. Ho tanti amici lì, ma chiederò al mio partito di difendere le ragioni del Molise all’interno di un patto elettorale E se non ci sarà questo, io non ci sarò”. Al centrosinistra rinnova come ultimo avviso l’appello a collaborare per il bene della regione: “Rinunciate al ricorso elettorale, il momento è difficile e i cittadini hanno bisogno di soluzioni non di nuove elezioni”. Ma loro  hanno risposto picche. “Certo, non hanno un leader… Mi vogliono abbattere, io che sono stato legittimamente eletto presidente del Molise. E in nome di quale novità? Chi c’è dall’altra parte, cosa c’è?”. Da questa parte cosa c’è? “C’è la rimodulazione di un programma che avevamo pensato proprio qui in altra epoca. Ora i problemi sono diversi e stringenti. Meglio costruire un ponticello, una strada in meno e creare qualche posto di lavoro in più, aiutando le imprese. Perché anche un’occupazione di pochi mesi aiuta a superare la crisi. Bisogna risolvere le difficoltà di cassa, pagare le opere realizzate. Le imprese edili non possono fallire per crediti”, elenca. Qualche minuto prima un briefing con alcuni rappresentanti dell’Acem ha forse aiutato la sua analisi.
Se si vota, il centrodestra dovrà fare i conti con Iorio. Che è in campo, anche se le manovre di distacco dal Pdl che ha deluso sono in stato avanzato (l’allontanamento dal berlusconismo è ancora più risalente). C’è un vuoto di rappresentanza da colmare, Iorio offre la via moderata e sociale. Non più liberale. Curiosamente maroniana. Nel dire basta ai ‘‘‘‘cerchi magici’ che in Molise hanno avvitato il centrodestra. Nel basare sull’identità la ripartenza. Nella vertenza con Roma . “Ci fregano, ci fregano tutti i giorni. Qualcuno pensa che noi i servizi sanitari non possiamo permetterceli epperciò è giusto tagliare”, Eppure qualcuno a lui ha pensato come al Bossi da detronizzare. Fratello amatissimo, ma al capolinea. Incalzato dalla stampa sulla possibilità di rimpasto in giunta, concede l’idea di rimodulare qualche delega. Sempre nell’ottica del nuovo corso. Se non si vota, però cambieranno anche le persone.
Non ha chiuso la porta ai partiti. In fondo li ha avvisati con una prova di forza superata. Sul palco si avvicendano gli interventi. Poche critiche, molto sostegno. A settembre, annuncia, si fa il bis sulla costa. “Ci vedremo spesso, voglio davvero ripartire da voi. Chi vuole stare con noi bene, chi no faccia qualche altra cosa”.
r.i. 

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