“Dopo 20 anni di successi, con l’entrata in vigore di leggi che hanno sancito il trionfo degli enti locali e favorito l’elezione diretta dei loro rappresentanti, viviamo una fase di involuzione. Una fase in cui i territori, anziché essere concepiti come un valore aggiunto, vengono considerati dei fardelli”. Questa la riflessione del segretario regionale del Pd, Danilo Leva, il quale manifesta il proprio sconcerto dinanzi all’indifferenza dei cittadini nei confronti di tale delicato momento storico, ma soprattutto di fronte all’inerzia della locale classe dirigente. “L’autonomia degli enti locali – afferma Leva – non è stata declinata come occasione di sviluppo o di opportunità, bensì come strumento per sperperare risorse, attraverso la duplicazione dei centri di costo. Questo è stato, innanzitutto, un problema di classe dirigente, che ha dimostrato di essere priva di autorevolezza in termini di capacità di governo. Basti vedere quanto successo al Comune di Isernia, in cui per mere ragioni di appartenenza politica, è stato determinato l’arrivo di un Commissario, anziché consentire alla città di essere amministrata da un sindaco eletto dal popolo, che sicuramente avrebbe avuto una maggiore forza nel difendere il territorio. Oggi – prosegue il segretario Pd – paghiamo lo scotto di dieci anni in cui, anche tra le fila della classe dirigente, è stata premiata la fedeltà piuttosto che la capacità di governo. Ed è arrivato il momento di cambiare passo. Quello del Partito Democratico è un invito alla mobilitazione, non già per difendere i privilegi o per mantenere in vita gli apparati, ma i servizi e la qualità della vita dei cittadini. Siamo convinti, pertanto, sia necessario procedere alla riforma degli enti locali, a partire dalla Regione fino a scendere ai vari livelli, anche tramite la riduzione di consiglieri e assessori. Ci vuole un disegno di riordino complessivo del territorio, mettendo in primo piano gli interessi della gente. Il Pd – conclude Leva – farà la sua parte in questa battaglia, che non si limita a guardare l’esistente e, dunque, a chiedere che venga ristabilito lo status quo, ma che guarda al futuro in termini propositivi. Mi auguro che anche le altre forze politiche abbiano compreso la delicatezza del momento, convenendo sulla necessità di mettere in campo azioni forti di rilancio”.

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