Un altro cittadino elettore si rivolge al Consiglio di Stato e segnala che due appelli, quelli presentati da Umberto Colalillo e dall’Avvocatura, sono inammissibili perché notificati nel posto sbagliato. Notificate nello studio Di Pardo in via Berlinguer a Campobasso anziché a Roma, presso lo studio di Angelo Clarizia. Sul punto i giudici si esprimeranno, salvo sorprese, nella giornata di domani. La V Sezione presieduta da Stefano Baccarini sarà chiamata, oltre che a verificare se il ricorso del cittadino elettore Camino ha le carte in regola (e anche qui circolano voci di irregolarità), a dire subito se il centrodestra e l’Avvocatura possono restare in partita e giocarsela nel merito, dove chiedono di ribaltare il verdetto del Tar, stabilire quindi che le elezioni si sono regolarmente svolte, che ha vinto Michele Iorio e che il centrodestra può continuare a governare. Certo il prof Umberto Colalillo ha la possibilità di controbattere.
Intanto, però, la polemica sugli errori si sposta sul fronte politico. Sul caso è intervenuto il consigliere regionale di Progetto Molise Lucio De Bernardo. “Una distrazione clamorosa legata al fatto che il cambio di domicilio nella notifica della sentenza di primo grado adottata dal Tar Molise, è pratica legittima e ineccepibile. Un difetto questo che vizia formalmente gli appelli rendendoli inammissibili. Alla luce di quanto accaduto – spiega il presidente della IV Commissione – è evidente che la nostra istanza (quella curata da Papa e Giallonardi e che chiede di tornare al voto solo per il presidente) è l’unica in grado di ergersi a difesa delle istanze del popolo del centrodestra e dello stesso presidente Iorio. Qualcuno – svela De Bernardo – ci ha anche fatto esplicitamente richiesta di rinunciare all’appello ma, se così fosse stato, oggi non ci sarebbe stata più alcuna possibilità per il governatore e per il centrodestra di proseguire nel cammino amministrativo intrapreso in questa legislatura. Siamo stati definiti ‘‘dissidenti’, ‘‘malpancisti’, ora invece siamo evidentemente divenuti paladini di Michele Iorio e della sua parte politica”. Ma De Bernardo avanza anche un dubbio: “Una semplice svista che, però, costerà cara al presidente Iorio e a tutti noi del centrodestra o c’è dell’altro che sfugge ai nostri occhi e alle nostre logiche?”.