Si dice sicuro che il 16 ottobre dal Consiglio di Stato arriverà una risposta diversa rispetto a quella che ha dato il Tar. E che quindi il ricorso in appello potrà essere accolto, ribaltando l’annullamento pronunciato il 17 maggio dal tribunale di primo grado. “Io le elezioni del 2011 le ho vinte. I molisani erano di fronte a liste vistate e riammesse da magistrati della Corte d’Appello e hanno scelto me anche se con un piccolo margine”, sostiene Michele Iorio. Per questo a suo parere la decima legislatura andrà avanti. Non perché il centrosinistra convincerà i cittadini elettori a rinunciare alla battaglia giudiziaria in nome del bene del Molise, che da nuove elezioni non trarrebbe giovamento né lo trae dal periodo transitorio in cui il Consiglio e Giunta sono a poteri ridotti. “Mi rendo conto che è difficile rinunciare al ricorso. È difficile spiegare a tutti le motivazioni. Ci vuole solo la determinazione, la responsabilità e anche l’autorità politica per poterlo fare e nel centrosinistra non c’è nessuno in grado di farlo”, è la bocciatura lapidaria del presidente della Regione. L’agenda delle priorità per il dopo Ferragosto prevede alcune emergenze che vanno affrontate molto prima del 16 ottobre. La sanità, per esempio. Il 20 agosto è in calendario la riunione della Quarta commissione convocata anche per preparare un incontro con i commissari che potrebbe tenersi a fine mese. L’obiettivo principale della nuova fase è approvare il piano sanitario. “Che non può che essere che quello che abbiamo impostato in questi anni e abbiamo più volte discusso a livello di tavolo tecnico. Si tratta di trovare la soluzione definitiva che possa essere condivisa anche a livello ministeriale, non credo che ci saranno grandi stravolgimenti. Ci siamo imposti – elenca Iorio – l’impegno di mantenere Agnone come ospedale di montagna sia pure ridimensionato. Dobbiamo ridefinire un rapporto con tutte le strutture private, Neuromed e Cattolica”. E proprio quest’ultima è uno dei problemi più importanti da risolvere. I tagli a budget e posti letto hanno costretto la Fondazione Giovanni Paolo II ad elaborare un piano di risparmi che prevede 50 esuberi. Senza risposte dalla Regione, hanno commentato dal centro dopo l’incontro infruttuoso del 7 agosto, sarà impossibile non licenziare. In una nota avevano commentato con delusione il confronto con il governatore. “Non sfuggo alle mie responsabilità. Alla Cattolica ho solo detto che nella ripresa che ci sarà a settembre – replica il diretto interessato – dobbiamo tener presente la riduzione di un altro miliardo operata dalla spending review. La Regione avrà meno risorse per ampliare la quantità dei servizi, si può agire molto di più sulla qualità dei servizi. Ho detto loro che ci vedremo a fine mese, avrò qualche proposta in più. Non è facile e non dobbiamo mai dimenticare che il governo ridurrà il fondo nazionale anche per il 2013 e il 2014 che per il Molise significa mettere da parte altri 30 milioni all’incirca. Comunque l’Asrem sta lavorando, credo che entro il 2012 si raggiungerà il pareggio di bilancio. Abbiamo questioni difficili da sbrogliare, ma non impossibili”.

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