17:Sulla questione dei derivati, di cui oggi s’è occupato anche il Corriere della Sera, è intervenuto anche Cristiano Di Pietro, consigliere regionale dell’Idv: “I derivati finanziari sono gioco d’azzardo allo stato puro, anche se truccati da nobilissime incarnazioni della Finanza Moderna e i giocatori, di fatto, non giocano i loro soldi, ma quelli altrui. Uno sport che tanto piace anche alla Regione Molise che, dopo aver dato luogo ad un debito sanitario milionario e a disastri vari in ogni settore, per non farsi mancare nulla ha anche fatto in modo di accumulare 300 milioni di debito da derivati finanziari. Ora, a questi 300 milioni andranno presto ad aggiungersi altri 20.000 euro che serviranno per pagare un super consulente indicato, colmo dei colmi, dal dirigente al bilancio assunto soltanto l’anno scorso proprio in virtù delle sue specifiche competenze in materia finanziaria, in particolare, per la sua comprovata esperienza in derivati. Ora, al di là della necessità di chiarire se il dirigente assoldato per guidare il settore bilancio sia o meno in grado di portare avanti il suo lavoro e, di conseguenza, se sia o meno opportuno tenerlo ancora li a scaldare la poltrona, sarebbe il caso di andare a scavare un pò più a fondo in tutta questa faccenda. Si, perché la storia degli investimenti in derivati arriva da lontano. Già nel 2010 la magistratura contabile aveva, infatti, aperto un fascicolo sull’acquisto, tra il 2003 e il 2006, di 267 milioni di euro da parte del governo di Iorio (e di Vitagliano, ieri assessore al Bilancio e alle Finanze e oggi Assessore alla Programmazione, Bilancio e Personale della Regione Molise) in derivati. Dopo aver chiesto più volte spiegazioni e chiarimenti, di fronte al rifiuto di inviare la documentazione richiesta, la Corte dei Conti scriveva: “Va evidenziato per l’ennesima volta e con altrettanta assoluta fermezza che il comportamento pervicacemente inadempiente e omissivo tenuto tra gli enti territoriali, tra cui spicca la Regione Molise, oltre a qualificarsi apparentemente ingiustificato, costituisce una grave negligenza nell’assolvimento dei doveri di leale collaborazione istituzionale”. Come sia possibile che la sezione regionale della Corte dei Conti rilevi per più volte, in tre anni, la condotta omissiva della Regione senza che succeda assolutamente nulla – ha concluso Di Pietro Jr – e come possa accadere la magistratura inquirente ordinaria ignori completamente tale condotta omissiva è ancora tutto da scoprire.

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