10:00E’ al lavoro l’Uprom per avviare il processo di riordino che porterà dalle attuali due province, all’unica rimasta in Regione. Una situazione ancora intricatissima, un caos nel quale gli stessi consigli provinciali non hanno ancora compreso come orientarsi. Si attende una spiegazione più chiara, un approfondimento della legge, per il momento affidato all’Uprom. Di notizie allarmanti ce ne sono a bizzeffe, come quella che dal 2 gennaio prossimo le giunte sono cancellate per procedere a future elezioni. Difficile da capire pure quello che succederà ai dipendenti delle due strutture: chi andrà a casa e chi resterà? E chi resta cosa – e dove – continuerà a fare? Un labirinto difficile da aggirare persino da Teseo, figuriamoci dai cittadini comuni, ancora in attesa di capire cosa succederà e con quale nuovo organismo si ritroveranno a dover avere a che fare. Colagiovanni ha convocato ieri l’ufficio di presidenza dell’Uprom per definire la scaletta degli incontri (è nel box accanto). Ha già avuto un incontro con Di Giacomo, in qualità di segretario regionale del Pdl e a breve sentirà Danilo Leva per il Pd. Per il momento il suo è un invito ad abbassare i toni della polemica e a centrare l’obiettivo: meno proclami su sedi oppure su dove possa essere trasferito il consiglio, ma maggiore concentrazione sulle funzioni e sui soldi-. “Rimango dell’idea che c’è troppo allarmismo generato da qualcuno che vuole solo apparire sui giornali senza nemmeno andare alle riunioni degli organismi e capire di cosa si discute al loro interno. Sono notizie false quelle che si veicolano. Non saranno né Campobasso né Isernia a decidere sorti dell’Italia, non facciamo polemiche. Oggi bisogna limitare i danni il più possibile”. Spostare il livello della discussione è necessario per il presidente dell’Uprom: “La questione non è più: farò ancora il consigliere provinciale domani sì o no, ma piuttosto capire da dove prenderemo i soldi per effettuare gli stessi servizi su due territori con il budget di una sola provincia? Non abbiamo più i soldi nemmeno per l’ordinario a Campobasso, come fare per garantire i servizi anche a Isernia. E le province non hanno nemmeno tasse da aumentare come i Comuni – spiega amareggiato Colagiovanni -. Bisogna abbassare le bandiere, ma dire ai cittadini concretamente cosa sta succedendo. Si dovranno fare delle scelte: tagliare l’erba oppure garantire la manutenzione delle strade? Da questo punto di vista sono rimasto deluso da alcuni esponenti regionali che parlano di spostamenti di sede: e che succede se spostando la sede? Che arriveranno più soldi? Bisogna essere responsabili e cercare una proposta alternativa che possa reggere così da evitare di chiudere definitivamente. Invece di pensare alla sede, battiamoci tutti insieme per salvare il salvabile”. De Matteis, presidente della provincia di Campobasso, al momento si dice disorientato. E’ ancora difficile capire cosa succederà nei prossimi mesi. A Mazzuto, il cui ente è in via di cancellazione, ma anche a lui. “La situazione è congelata perché non riusciamo a comprendere la decisione del governo centrale sull’accorpamento: non sappiamo cosa succederà, in cosa consiste. Cosa faranno i dipendenti della provincia di Isernia e la struttura pentra. Bisogna approfondire meglio cosa viene detto nella spending review che è stata approvata dal parlamento. Visto che aspettiamo il 6 e il 9 che avremo incontri all’Upi dove cercheremo di capire qualcosa in più. Adesso è tutto campano in area”. Sul futuro spiega: “Non bisogna essere frettolosi e lavorare bene. Certo il campanilismo esiste per entrambe le comunità. Non ho mai detto: ‘‘‘‘non facciamo comandare Isernia’. Penso invece che dobbiamo trovare le soluzioni migliori per amministrare questa provincia nell’interesse delle collettività”. I dipendenti ancora non sanno cosa succederà. Sono preoccupati. E non poco. Le Rsu delle due province hanno scritto al presidente dell’Uprom per chiedere un confronto e per capire cosa comporterà il riordino per loro. Un sospiro si sollievo pare lo possa tirare il direttore generale della provincia di Isernia, Lino Mastronardi. Su di lui De Matteis dice: “Campobasso non ha direttore generale, se Isernia sì, allora lo sarà di entrambi gli enti. Penso sia la strada da seguire, ma andrei con cautela nel capire meglio quello che succederà con la fusione delle due province”.