La condanna ai sette giovani che stavano protestando contro la presentazione del libro da parte del gruppo isernino di CasaPound ha scatenato indignazione da più parti. Sono decine e decine gli attestati di solidarietà che sono giunti ai manifestanti e che arrivano soprattutto dai partiti di sinistra. Italo Di Sabato, segretario regionale del Prc, ripercorre la storia della condanna e sostenendo che si è stabilito “un pericoloso precedente”. I fatti risalgono all’ottobre scorso quando il circolo di Casapound chiese l’autorizzazione, concessa, per la presentazione di un libro. Decine di associazioni protestarono per questo via libera e, al momento della presentazione, organizzarono una contromanifestazione. Sfociata adesso in condanne. “La procura – dice Di Sabato – che ha archiviato gli esposti contro la riorganizzazione e l’apologia del fascismo (un anno fa è stata archiviava una dettaglia denuncia presentata dal sottoscritto a danno di un organizzazione che opera sul territorio isernino) “ritrovi” un articolo del codice penale (artt. 110 c.p., 18 comma 5 Regio Decreto 773/1931) per avviare un procedimento penale… in poche parole “rispolverano” un vecchio articolo del codice penale approvato dal regime fascista nel 1931, per condannare gli antifascisti che cantavano “Bella Ciao” e che difendevano con un presidio nonviolento le norme della Costituzione Repubblicana nata dai valori dell’antifascismo”. Di Sabato lancia l’appello anche alla mobilitazione: “La condanna agli antifascisti deve offrire una occasione di incontro e di discussione a tutti coloro che hanno colto la gravità del problema. C’è bisogno di dare una risposta politica forte e chiara al rigurgito fascista e all’ulteriore tentativo di sdoganamento e legittimazione da parte delle autorità comp e t e n t i . Mobilitiamoci allora. D i c i a m o basta all’indifferenza di chi ritiene che movimenti che si ispirano chiaramente al ventennio possano avere l e g i t t i m a cittadinanza politica nel nostro paese”. “Siamo vicini ai ragazzi condannati. Hanno tutta la nostra solidarietà”. Così Candido Paglione sulla vicenda. Tecnicamente, pare abbiano violato le prescrizioni della Questura. “Per nel rispetto nella magistratura e delle forze dell’ordine, pensiamo che il provvedimento sia ingiustificato – aggiunge Candido Paglione -. Non ci risulta, infatti, che i manifestanti abbiamo ostacolato il traffico o creato problemi di sorta all’ordine pubblico. Solo una civile protesta contro quella che crediamo sia stata una vera e propria provocazione, la manifestazione di Casa- Pound e per la quale avevano già chiesto che venisse annullata. Ci auguriamo, dunque, che il necessario ricorso faccia luce e giustizia su un provvedimento che appare esagerato, anche senza voler tirare in ballo contrapposizioni ideologiche che, siamo sicuri, sono del tutto estranee all’azione della magistratura e delle forze dell’ordine”. Solidarietà arriva anche dall’associazione ‘‘‘‘Prima Persona’ che ha scritto al ministro Cancellieri per segnalare la questione: “La notizia è semplicemente sconcertante perché ribalta il dettato costituzionale ed ignora la XII disposizione transitoria della stessa Costituzione che persegue il fascismo e non l’antifascismo. I manifestanti, che democraticamente si limitarono a cantare la canzone simbolo della resistenza Italiana in occasione di un evento promosso dall’associazione CasaPound, esercitarono la loro libertà d’opinione, e per questa ragione condannare loro vuol dire condannare l’antifascismo italiano”. Solidarietà anche da parte di Salvatore Borriello del Pcr Molise: “Nell’esprimere la nostra solidarietà a questi compagni non solo noi, in sede giudiziaria insieme a loro, faremo valere le nostre ragioni, in quanto riteniamo che non vi è stata alcuna violazione, ma vogliamo ribadire che è nei momenti di crisi economica che si vedono nella loro interezza quali sono le prospettive più orrende dei capitali finanziari”. La condanna, quindi, sta portando a una vera e propria reazione che, dalla lettera al ministro al ricorso in secondo grado, non accenna a placarsi.

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