La storia viene da lontano e sui tavoli romani lo schema è stato disegnato da tempo: la riorganizzazione della sanità molisana passa per la chiusura di tre ospedali. Ora le arcinote intenzioni del governo nazionale vengono messe nero su bianco. Nella direttiva che porta in calce la firma del commissario ad acta Filippo Basso e del sub commissario Nicola Rosato vengono fornite le indicazioni organizzative al manager Angelo Percopo per il nuovo atto aziendale dell’Asrem. Nelle linee guida del 10 settembre – che già hanno creare un bel po’ di rumore – i tre presidi di Agnone, Larino e Venafro vengono declassati a ospedali di comunità, ossia strutture residenziale in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata, destinata ai residenti, prevalentemente anziani, affetti da patologie che non necessitano di terapie intensive o di rilevante impegno tecnologico. La classe politica locale fa fatica a digerire questa soluzione. Tanto che sul modello di sanità immaginato dai commissari si registra una ferma opposizione da parte dell’assessore regionale che in una missiva inviata al ministro Balduzzi invita Basso e Rosato a una maggiore collaborazione. Perché – questo il punto critico che rileva Di Sandro entrando nel merito dello schema di decreto elaborato – la scelta di chiudere e trasformare i vecchi presidi in ospedali di comunità dev’essere inserita nel piano sanitario regionale ancora in via di definizione. La piattaforma elaborata in via XXIV Maggio sarà al vaglio dell’Aula di Palazzo Moffa nella seduta monotematica di lunedì prossimo, così come ha stabilito la conferenza dei capigruppo. Ma l’assetto organizzativo proposto è in contrasto anche con le recenti sentenze del Tar (leggi ospedale Vietri e SS Rosario) che hanno censurato i tagli operati da Iorio (commissario straordinario) e diffidato la Regione a ripristinare lo Staus quo ante.

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