La città non meritava questo e io, come consigliere di maggioranza, nemmeno meritavo di essere trattato in questo modo. Alessandro Pascale eletto a Palazzo San Giorgio sotto il simbolo del Pdl è incavolato nero. E’ arrabbiato e deluso dal comportamento del sindaco Di Bartolomeo “perché ha deluso le mie aspettative e quelle dei campobassani tanto che ho gli consegnato le mie dimissione dall’incarico da lui conferitomi di delegato all’assessorato al commercio-industria-artigianato, e da Presidente della commissione commercio..decisione scaturita dopo l’ennesima scorrettezza ricevuta sul provvedimento del piano dei carburanti”. E la scelta di consegnare le dimissioni il giorno in cui Di Bartolomeo ha incontrato la stampa per fare il punto dei tre anni di amministrazione non è stato un caso. “Una conferenza stampa che non ho affatto condiviso perché i campobassani sanno già come sono andate le cose, conoscono perfettamente i disastri lasciasti in sospeso dal centrosinistra, tanto che al momento delle elezioni hanno deciso di votare lui quale sindaco e il centrodestra come maggioranza. Il sindaco poteva evitare di elencare tutto quello che vorrebbe, fare dopotutto siamo al terzo anno di mandato e certe cose forse….” Pascale rincara la dose perché è proprio sulla politica del fare che è nata la sua decisione di gettare la spugna. “Lavoro da circa un paio di anni su una serie di progetti e provvedimenti che ho cercato di mettere in campo a costo zero per l’amministrazione, e che a dire il vero avrebbero anche contribuito a far entrare qualcosa nelle casse del Comune e forse avrebbero potuto generare anche nuovi posti di lavoro. E invece? E invece abbiamo illuso tanta gente, e ho lavorato per nulla. Il sindaco non ha avuto rispetto del mio impegno, di chi lavora nelle commissioni e del Consiglio tutto dove tanti provvedimenti non sono mai arrivati. E come se nulla fosse accaduto il sindaco che fa? Continua a raccontare le solite chiacchiere alla stampa senza rendersi minimamente conto dell’inerzia prolungata in cui giace l’azione amministrativa della città e cosa ancor più grave non si è reso conto del fatto che la città sta morendo e i campobassani soffrono”. Poi un’altra stoccata “A questo punto ritengo che se dobbiamo continuare cosi è meglio andare a casa”. Ma la questione almeno in apparenza sembra assai più complicata di una semplice consegna di dimissioni. “Lunedì avremo un incontro col il partito e se non saranno chiarite alcune questioni che per me sono fondamentali allora sarò disposto anche a lasciare il Pdl senza andare in opposizione ma comincerò a votare solo ciò in cui credo veramente e non per dovere di appartenenza. Insomma se qualcuno vuole la guerra io sono disposto a scendere in campo. Le battaglie non mi fanno paura, credo che nessuno possa fare grandi rimproveri, ho lavorato per il bene del sindaco, dell’amministrazione e della città, ma tutto ha un limite e credo che nel vaso sia stata versata anche la goccia che lo ha fatto traboccare.

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