Un caffè con il governatore Donato Toma prima di partire per la Campania, per parlare del quinto assessore e delle tensioni che, da ormai settimane, si stanno registrando all’interno della coalizione del centrodestra in Consiglio regionale. Lo ha annunciato Matteo Salvini che, ieri, ha scelto la comunità di recupero ‘Figlia di Sion’ di Rionero Sannitico per la prima tappa del suo tour in Italia, dopo il lungo lockdown.
«Greci, spagnoli e austriaci non ci vogliono? Venite in vacanza qui in Molise, questa regione ha tutto: mare e montagne. Sono contento – ha sottolineato il leader della Lega – che la prima tappa della mia riapertura sia qua a Rionero Sannitico, centro con 1000 abitanti. Qualche giornalista a Roma mi ha detto che ci vai a fare? Guardate che spettacolo e cambiate idea, venite qua per qualche giorno invece di andare su qualche isola greca penso ne possa valer la pena».
In Molise, dunque, pure per parlare con Toma. «Anche – ha detto il leader del Carroccio – Incontrerò imprenditori, commercianti. Il nucleo è questa splendida comunità di recupero che gratuitamente e cristianamente accoglie. E offre amore, in cambio di amore. E poi ovviamente parleremo anche di Molise, di strade, di turismo, di sviluppo, di futuro e di lavoro con la Lega che ha tanta voglia di dare il suo contributo». In merito alle tensioni con il presidente della Regione Salvini ha lanciato segnali distensivi. «Io supero tutto – ha detto -. Le poltrone sono le ultime delle nostre preoccupazioni, visto che abbiamo lasciato sette ministeri. Credo che nella storia italiana nessun altro partito lo abbia fatto per motivi di coerenza e di ideali. I molisani hanno scelto una squadra e un programma, di cui fa parte la Lega. Noi governiamo in Abruzzo, in Sicilia, in Calabria, in Veneto e in Piemonte e pensiamo di poter dare il nostro contributo anche per lo sviluppo del Molise».
In merito al caso delle due ex esponenti della Lega in consiglio regionale, Filomena Calenda e Aida Romagnuolo Salvini ha detto: «Io sono autonomista, ascolto e accolgo tutti quelli che vogliono essere accolti, però scelgono i territori. E per i molisani scelgono i molisani. Non arriva Matteo Salvini da Roma a imporre qualcosa. Il dialogo è alla base di tutto, però ci vuole rispetto. Qui c’è un programma con tante cose da fare. Ad esempio il tema della disoccupazione, in borghi come questo, rischia di essere devastante, invece bisogna ripopolarlo. Incontrerò il governatore domani (oggi ndr) prima di andare a Napoli, Nola ed Avellino dove non so se prenderò un caffè con De Luca. Mi sembra di aver capito che non gli piacciono i miei occhiali».
Il leader della Lega ha infatti dato inizio a un tour che toccherà varie realtà italiane. «Innanzitutto – ha detto – è bello tornare a distanza ma in mezzo alle persone, perché la vita a distanza, la scuola a distanza, la messa a distanza e la politica a distanza non sono vita reale. Ho scelto proprio di partire dal Molise, piccolo e lontano da Roma, perché volevo toccare con mano una comunità di recupero di cui ho sentito parlare un gran bene e poi per garantire il voto dei molisani, che scelsero anche la Lega per governare la Regione, venga rispettato, visto che abbiamo la nostra da dire sulle infrastrutture, sul commercio, sull’agricoltura, sulla sicurezza, sulla famiglia e sono sicuro che alla fine si troverà il modo di lavorare tutti insieme perché questo hanno scelto i molisani».
Non sono poi mancati riferimenti a temi attuali come la Tav e il ponte dello Stretto. «Abbiamo proposto al governo – ha spiegato – il modello Genova. Vorremmo applicare alle opere pubbliche in Molise e in tutta Italia – da Messina a Bolzano – il modello Genova. Stop al Codice degli appalti. Vediamo se la voglia di dialogo del presidente del Consiglio sarà vera o saranno solo chiacchiere, perché col modello Genova si è ricostruito un ponte in un anno senza un arresto, un morto o un giorno di ritardo. Se non si azzera la burocrazia, non si combina nulla». In merito alle problematiche legate al mondo della scuola, per Salvini il ritorno in classe a settembre sarà «problematico perché ci saranno 30mila insegnanti in meno e nel decreto del governo non ci sono nuove assunzioni. Già negli anni scolastici normali – ha ricordato – c’erano una marea di classi senza insegnante per un mese, figurarsi con 30mila docenti in meno, con le classi che dovranno essere raddoppiate e gli alunni distanziati, invece di assumere insegnanti questo governo ne perde. Da papà sono notevolmente preoccupato». Infine, sulla tenuta del governo, per il leader della Lega «se non intervengono presto e bene con soldi veri, famiglie e imprese non saranno un problema per il governo, ma per la tenuta sociale di tutta Italia, perché c’è in giro una preoccupazione e una rabbia che, se non si danno risposte rapide, certe e concrete rischiano di non fermarsi più. Se il governo si dimentica di milioni di lavoratori temo che sarà un’estate calda».
Deborah Di Vincenzo